Ceramiche italiane in calo: speranze riposte nel 2024
Si chiude un 2023 che i dati fotografano come un anno di recessione per il settore manifatturiero
Non è un quadro positivo quello che viene fuori dai rapporti di Confindustria riguardanti i numeri del settore ceramiche italiane nel corso dei dodici mesi dell’anno in via di conclusione. Anzi, il 2023 della ceramica italiana risulta un anno da dimenticare. Si è registrato infatti un calo di vendite del 20% (in totale 329 milioni di metri quadri), la produzione si è ridotta di 90 milioni di metri quadri con 6mila dipendenti in cassa integrazione. A circoscrivere i contorni della crisi ci ha pensato il presidente di Confindustria ceramica Giovanni Savorani: "Siamo in presenza di una crisi della domanda che interessa tutti i mercati, a partire dai principali paesi esteri del nostro export". Pesano in particolare il crollo della Germania, dove il comparto sprofonda a un meno 30 per cento, la Francia (-25%) e gli Stati Uniti che rispetto al 2022 "registrano un milione 300mila edifici in costruzione in meno".
Sulle seimila domande di cassa integrazione avviate e che riguardano piccole e grandi aziende: "Forse poi non saranno messe in atto – è la precisazione di Confindustria ceramica – ma è una possibilità che le imprese si tengono aperte in attesa di vedere quello che accade. Approfittando magari in questo periodo per procedere alla manutenzione straordinaria degli impianti e in qualche caso ad avviare investimenti per la riqualificazione di linee produttive". Il fermo dovrebbe andare avanti fino a metà gennaio, tra il 15 e il 22.
Motivo per il quale risulta quanto mai fondamentale per il settore, puntare su un colpo di reni deciso di ripartenza per invertire l'attuale tendenza. A cominciare dalla promozione attraverso eventi promozionali e Fiere.
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