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Il sistema anti pezzotto se la prende con Google Drive

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Inconveniente per circa otto ore a causa del Piracy Shield che ha tagliato alcuni server su cui poggia il cloud

Ha del clamoroso quanto accaduto durante la partita Juventus - Lazio di sabato sera. Ma il clamore non arriva dallo Stadium dove la gara, seppur con qualche polemica, è scivolata via tranquilla (pure troppo secondo alcuni, viste le poche emozioni), bensì da quanto accaduto a livello informatico.

COme annunciato nelle scorse settimane infatti, per bloccare i flussi di immagini trasmessi sui siti illegali, è entrato in funzione lo il Piracy Shield, ovvero lo "scudo anti pezzotto" che però, tra i suoi nemici ha individuato anche google drive, ovvero il cloud di google cui molti utenti si affidano per salvare online i propri dati. Proprio questi utenti si sono ritrovati per ore a non poter acedere ai propri dati con tutto lo scompenso derivato.

Il recente blocco in Italia del dominio di Google Drive, causato dall'attivazione del sistema Piracy Shield, ha scatenato notevole scontento tra gli utenti e le aziende. Questo sistema, ideato per combattere la pirateria online, ha involontariamente bloccato l'accesso a uno dei più popolari servizi cloud, interrompendo le attività di aziende, istituti scolastici e università per molte ore.

Il blocco è stato provocato dall'oscuramento a livello nazionale del dominio drive.usercontent.google.com da parte di Piracy Shield, un dominio cruciale per il download di file da Google Drive. L'interruzione del servizio ha avuto inizio alle 16:56 e si è protratta per almeno otto ore. Inizialmente, il 20% degli utenti italiani ha risentito del problema, con TIM che ha risolto la situazione intorno alle 21:30. Altri fornitori di servizi internet come Tiscali, Fastweb, Vodafone, Sky e Wind sono stati coinvolti, e alcuni di essi hanno richiesto più tempo per ripristinare completamente il servizio.

21 Ottobre
Autore
Luca Morazzano

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