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In Ucraina no fly zone troppo rischiosa

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La Nato vuole la pace ma la Ue sostiene l'Ucraina. Il senatore Lannutti: "Zelensky è un eterno spaccone", Sereni: "Ue unita"

Realizzare una no fly zone sopra l'Ucraina sarebbe "troppo rischioso", perché potrebbe coinvolgere la Nato nel conflitto in corso. Lo sottolinea il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, a margine della ministeriale Nato a Bruxelles. "Per quanto riguarda la richiesta della costituzione di una no fly zone sopra l'Ucraina - dice Guerini - mi pare che la posizione sia chiara: parlare di no fly zone significa un'area presidiata da aerei della Nato, con il rischio concreto di una spiralizzazione della situazione e di entrare direttamente in contatto con i russi".

"Non è questa la soluzione che noi immaginiamo - prosegue - credo che sia troppo rischiosa e che possa portare ad un coinvolgimento dell'alleanza atlantica dentro il contesto di conflitto che oggi viviamo. Il punto è continuare a lavorare per sostenere l'Ucraina, con le sanzioni da un lato e gli aiuti militari dall'altro. Mi pare che sia una cosa già superata".

L'invio di una missione di peacekeeping in Ucraina, come chiesto dalla Polonia, "in questo momento mi pare assolutamente prematura", conclude.

Ma arrivano anche bordate nei confronti del premier ucraino. "Questo spregiudicato spaccone, vuole trascinare il mondo nella terza guerra mondiale. Fare tutto il possibile per impedirla". Così in un tweet il senatore ex M5S Elio Lannutti, commentando la richiesta di armi avanzata dal presidente ucraino Zelensky ai leader dei Paesi nordici e baltici della Joint Expeditionary Force, riuniti a Londra dal premier britannico Boris Johnson.

"Putin aveva fatto altri calcoli su tutti i suoi potenziali partner ma in questo momento non riesce ad avanzare sul terreno come vuole e allo stesso tempo non ha il sostegno che si aspettava. Inoltre la borsa di Mosca è chiusa da due settimane, le sanzioni hanno causato un crollo della crescita economica del paese, del valore del rublo. Questo sta succedendo e questo non l'aveva previsto". A dichiararlo è stato il ministro degli Esteri Luigi di Maio, intervenendo a 'L'aria che tira' su La7.

"La guerra sta facendo da acceleratore sul processo di integrazione europea, ha messo l’Unione davanti a un bivio: rafforzare integrazione e solidarietà o dividersi e frantumarsi. Putin pensava di dividere l’Europa e non ci è riuscito, questo è un bene" così Marina Sereni, viceministra degli Esteri, a Radio Immagina.

"Ed è un bene - prosegue l'esponente del governo - che per la prima volta si sia attivata una direttiva, che esisteva già dal 2001, relativa alla protezione temporanea dei profughi che scappano dalla guerra. E’ un fatto straordinariamente nuovo, così come è straordinariamente nuovo che Paesi come la Polonia e la Romania stiano invocando la solidarietà europea".

"Noi ora dobbiamo far sentire tutta la nostra solidarietà e non dimenticarcene quando si tornerà a discutere del Mediterraneo, della modifica del trattato di Dublino o di una nuova regolamentazione dell’asilo e dell’immigrazione in Europa, che noi da tempo stiamo cercando di ottenere. Questa crisi - conclude Sereni - ci costringe ad essere più Europa e più solidali”.

2 anni fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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