Afghanistan, USA: ‘Raid che uccise 10 civili solo un errore’
“La fretta del momento e uno scenario complicato”, queste le uniche spiegazioni del Pentagono riguardo il raid aereo USA che costò la vita a 10 civili
Si è conclusa l’inchiesta del Pentagono che aveva lo scopo di stabilire se il raid aereo che uccise un’intera famiglia a Kabul fosse il risultato di crimini militari.
Le forze armate statunitensi, lo scorso agosto, avevano attaccato con un drone un possibile obiettivo dell’Isis, offensiva che i media locali avevano presto definito “Un attacco a un’intera famiglia di civili”, un gruppo che comprendeva sette bambini. Secondo il Pentagono, non ci sarebbero crimini collegati all’attacco, ma solo “Errori di esecuzione” e difficoltà nella comunicazione, che avrebbero causato confusione nello stabilire l’obiettivo del raid.
Nessun provvedimento
Il generale Sami Said, ispettore generale dell'Air Force, fa sapere che non ci saranno ripercussioni e provvedimenti sulle forze responsabili dell’errore, sottolineando la disastrosa e caotica situazione che è stata teatro dell’attacco.
L’offensiva statunitense era infatti una risposta all’attentato di Kabul che causò la morte di 13 militari USA e decine di civili. Said spiega che, data la circostanza e la paura di altri attacchi imminenti, il raid del 29 agosto non è seguito alle normali indagini di rito, che di solito durano giorni, ma è stato il frutto di una manovra frettolosa e urgente. All’arrivo dell’allarme, che segnalava come possibile pericolo un’automobile bianca, l’intelligence militare USA ha avuto poco tempo per decidere e, senza svolgere approfondimenti, ha fatto la scelta più tragica.
Una tragedia evitabile
Said ha poi riportato un particolare agghiacciante. L’ispettore generale dell’Air Force ha fatto sapere che, circa un paio di minuti prima dell’offensiva missilistica, il materiale video in possesso dei soldati USA era sufficiente a rilevare sull’auto la presenza di almeno un bambino, particolare di cui chi ha analizzato le immagini non si è accorto, perso nella concitazione del momento. La conclusione dell’indagine è che la decisione dell’attacco, "In un'operazione complicata in uno scenario complicato, non è stata una decisione irragionevole, solo non corretta”.
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