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Covid: i dati di Confesercenti su pandemia, manovra e consumi

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 La confederazione delle piccole e medie imprese di vicinato, del turismo, del commercio e dei servizi festeggia 50anni di attività

In occasione dell’assemblea che celebra i 50 anni dell’associazione, che ha come slogan "Da 50 anni dalla parte delle imprese”, Confesercenti ha riportato un po’ di numeri legati alla situazione pandemica e alla ripresa.

Secondo le stime dell’associazione, durante la pandemia Covid 19 sono state 720mila le persone a perdere il lavoro, con un recupero successivo di soli 340mila posti di lavoro. La categoria più colpita, in quella che Confesercenti ha definito “Una vera e propria strage”, è quella dei lavoratori autonomi, con la perdita di 356mila posti di lavoro

L’associazione ha poi sollevato il problema dei posti di lavoro vacanti e dell’assenza di specializzazione, che ha portato il settore del turismo e dei pubblici esercizi ad avere un numero di circa 100mila posti di lavoro vacanti a causa dell’assenza di personale. 

Rimanendo nel settore turismo, l’associazione ha lanciato l’allarme dell’aumento di contagi e della conseguente introduzione di nuove misure in paesi esteri, che potrebbero essere causa di una nuova diminuzione di partenze verso l’Italia. Tuttavia, le stime riportate da Confesercenti riguardo i numeri del turismo sono positive, e mostrano un aumento del 22% delle presenze negli alberghi nel 2021 (totale 246 mln). Rispetto allo stesso periodo del 2019 (gennaio-ottobre), i dati restano, tuttavia, negativi, con un numero di arrivi praticamente dimezzato (-46%) e un numero di presenze diminuito del -39%.

Manovra

Nell’ambito della manovra del governo, Confesercenti è stata critica in merito al costo del lavoro, che sarebbe necessario tagliare drasticamente: "Purtroppo, però, fino ad ora è stato fatto il contrario: così come descritta in manovra, infatti, la riforma degli ammortizzatori sociali è un po' contraddittoria e comporterà per il settore del terziario un incremento complessivo dei contributi di quasi 600 milioni euro con aliquote triplicate, di cui 200 riferiti alle imprese fino ai 15 dipendenti. L’aumento medio complessivo per dipendente è di 90 euro" fa sapere l’associazione.

Consumi

La confederazione delle piccole e medie imprese di vicinato, del turismo, del commercio e dei servizi ha posto i riflettori anche sui consumi. I dati hanno rilevato che i consumi, nella ripresa dalla pandemia, cresceranno ad un ritmo minore rispetto al PIL. I consumi di fine 2022, secondo le stime, saranno ancora 20 miliardi inferiori rispetto a quelli precedenti alla pandemia, con una ripresa convincente che, a giudicare dallo scenario attuale, si avrà solo nel 2023.

Il dato decisivo per la riduzione dei consumi è la diminuzione del reddito pro capite disponibile, che a fine 2021 sarà inferiore di 512 euro rispetto al 2019, dato che spinge gli italiani ad un maggiore risparmio precauzionale. Si calcola che un altro ostacolo alla ripresa può essere rappresentato dall’inflazione, che “In due anni potrebbe sottrarre 9,5 miliardi di euro di consumi: 4 miliardi quest’anno e 5,5 miliardi del 2022”.

2 anni fa
Foto: pixabay
Autore
Piergiorgio Michelangeli

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