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DDL Zan affossato: sì alla tagliola e niente esame in Senato

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154 voti a favore e 131 contrari: la legge a firma PD non potrà essere esaminata in Senato

La maggioranza del Senato ha votato “Sì” alla cosiddetta tagliola sul DDL Zan, che così non passerà all'esame in Senato.

Si tratta dell’articolo 96 del regolamento del Senato della Repubblica, che prevede la possibilità che "Prima che abbia inizio l'esame degli articoli di un disegno di legge, un senatore per ciascun Gruppo può avanzare la proposta che non si passi a tale esame". 
La richiesta è stata presentata dai due partiti di destra guidati da Salvini e Meloni, Lega e Fratelli d’Italia.
L’artefice della legge, Alessandro Zan, aveva dichiarato in mattinata a “L’aria che tira” su La7 di essere fiducioso sul fatto che la tagliola non sarebbe passata, affermando molto chiaramente che “Se oggi la tagliola passa la legge è morta. Noi abbiamo chiesto di ritirare la tagliola per discutere e trovare un punto di incontro, una mediazione per approvare tutti insieme la legge".

Ebbene, poco prima delle 14 la tagliola è passata con voto a scrutinio segreto (dichiarato ammissibile dalla presidente Casellati dopo le richieste di Calderoli e La Russa), con 154 voti a favore e 131 contrari. Il centro-sinistra conta i voti a favore di 16 senatori in meno, e i maggiori indiziati per tale "tradimento" sono i senatori di Italia Viva. La presidente del Senato Casellati ha convocato una riunione dei capigruppo per decidere come procedere riguardo la legge. 

Gioie e dolori dei leader

Sono arrivate le reazioni di tutti i leader politici più influenti. Da destra si registra la prevedibile esultanza di Matteo Salvini, che afferma che “Oggi è stata sconfitta l'arroganza di Letta", sottolineando il voto in dissenso di alcuni senatori del partito Democratico. Giorgia Meloni parla della legge come di “Una follia firmata Pd-Cinquestelle di cui l’Italia non aveva alcun bisogno".
Da sinistra, il segretario PD Enrico Letta manda un messaggio corredato da un velo di ottimismo: ”Oggi hanno vinto loro e i loro inguacchi, al Senato. Ma il Paese è da un’altra parte. E presto si vedrà”, mentre Giuseppe Conte afferma “Chi oggi gioisce per questo sabotaggio dovrebbe rendere conto al Paese che su questi temi ha già dimostrato di essere più avanti delle aule parlamentari”.

Sono arrivate anche le parole di Maria Elena Boschi di Italia Viva, partito accusato di aver affossato la legge. “L’arroganza di PD e 5stelle – dice la Boschi - ha prodotto una sconfitta incredibile, non solo per il Parlamento, che ha perso l’occasione di far approvare una legge di civiltà, ma per le tante donne e uomini che aspettavano di essere finalmente tutelati da aggressioni e discriminazioni”. 

2 anni fa
Autore
Emanuele Di Casola

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