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Basta con i vaffanculo in piazza, l'Italia guarda al domani

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Nel mosaico di oggi le tesserine parlano di vaccinazione, miliardi per la ripresa, pacificazione politica. In nome di Draghi

L'Italia locomotiva d'Europa? Be', pecchiamo di entusiasmo latino, ma di certo il Bel Paese si può candidare a locomotiva del bacino mediterraneo. Dopo essere stata travolta dalla pandemia da Covid19 l'Italia ha sofferto, ha serrato i ranghi, ha addirittura appassionatamente cantato dai balconi per esorcizzare le paure dell'ignoto, poi siccome nessuna notte è tanto lunga da impedire al sole di sorgere di nuovo ecco che le restrizioni del governo Conte prima e del governo delle larghe intese in nome di Draghi dopo hanno lanciato il Paese verso traguardi inimmaginabili nemmeno a fine 2019. 

La sweet revolution pianificata a tavolino dal presidente Mattarella, che ha utilizzato la fondamentale pedina di Matteo Renzi, ha permesso di penetrare nel caveau dell'Europa presentando la wild card rappresentata da Mario Draghi: miliardi certificati dalla Ue e credibilità della nazione ai livelli di De Gasperi. 

Il commissario della pandemia Arcuri, prima relegato in soffitta e ora travolto da un'inchiesta su traffici di mascherine (fallate), è stato sostituito dal generale Figliolo per un cronoprogramma efficace sulla campagna di vaccinazione, condotta con rigore militaresco senza narcisistiche apparizioni promozionali. E i numeri -che difficilmente mentono- dicono che siamo all'81% della vaccinazione dai 12 anni in su, con l'immunità di gregge vicina, che può eliminare anche gli antipatici strascichi sul certificato verde montato dai no vax e affini. Chi non si fa il vaccino ha tutto il diritto di non inocularsi un siero non testatissimo, come chi si fa il vaccino ha tutto il diritto di guardare più alla vita superando ogni tipo di paura, scansando anche l'assurdo assioma tenuto su dalla saliva lanciato da Carlo Freccero: "mi fa più paura il vaccino che il Covid". Magari una testimonianza diretta da chi ha trascorso momenti in compagnia del virus all'ex dirigente Rai sarebbe salutare, al pari delle lacrime cacciate dai familiari e amici di 131mila persone. Mentre gli altri Paesi oggi annaspano, con 40mila casi quotidiani (Regno Unito docet), in Italia continua la zona bianca, forse anche perchè al chiuso siamo obbligati a tenere le mascherine. E come siamo entrati nel vortice della pandemia per primi, forse saremo anche i primi a uscirne, per cominciare a correre per un nuovo modello sociale ed economico. 

Continuiamo a parlare di numeri. Oggi ci troviamo una crescita del Pil al 4%, certo bella forza dopo che lo scorso anno abbiamo sfiorato la doppia cifra preceduta dal segno meno, ma la luce dal tunnel è chiara: le previsioni dell'anno 2022 dicono +6%. E la pioggia di miliardi europei andrà avanti fino al 2026. Una manna di danaro in nome del Pnrr che in termini numerici fa impallidire anche quelli della ricostruzione del Piano Marshall. 

"Dopo un avvio stentato, la campagna di vaccinazione europea ha raggiunto risultati molto soddisfacenti. Nell'Unione europea 4 adulti su 5 hanno avuto almeno una dose, per un totale di 307 mln di persone. In Italia la campagna procede più spedita della media Ue, a oggi l'86% della popolazione sopra i 12 anni ha ricevuto almeno una dose e l'81% è completamente vaccinata" queste le parole del presidente del Consiglio, Mario Draghi. 

Ora serve un piano di pacificazione nazionale a livello politico, per evitare lacerazioni e divisioni. Ormai la parola del momento è quella di federatore, sia a destra che a manca. Sagge le parole del governatore della Liguria Toti a tal proposito: "Il centrodestra ha perso le elezioni amministrative perché non ha saputo interpretare il momento, lo spirito di ripartenza del Paese. Cosa che il centrosinistra ha saputo fare meglio. È mancata una cultura di governo nel sostenere un esecutivo di unità nazionale, presieduto da una figura straordinaria come Draghi, che ha saputo dare fiducia a famiglie e imprese”. 

E poi un'analisi chiara, diretta, lucida sulla campagna di vaccinazione: "La maggior parte degli elettori del centrodestra e degli italiani ha giustamente visto nella vaccinazione e nel Green Pass una reale chance di lasciarsi alle spalle i due anni orribili che abbiamo vissuto. La maggior parte degli italiani si fida della scienza e della medicina e di un governo che ha imposto quelle misure. Detto che la protesta è legittima quando non sconfina nella violenza, però le motivazioni sono spesso molto fragili e inseguirla e farne una bandiera politica ci allontana dalla maggioranza silenziosa che per antonomasia rappresenta l'elettorato di centrodestra".

E poi, la stoccata finale: "Ancor di più i partiti che stanno al governo dovrebbero intestarsi questo vento di riforma, di cambiamento di contenuti, di toni, persino di abbigliamento, in un Paese che dopo vaffa e sovranismi torna ad apprezzare toni moderati, invece di inseguire atteggiamenti piazzaioli”.

Rincara la dose Carlo Calenda: "L'esito di queste elezioni evidenzia invece la scomparsa politica del Movimento 5 Stelle e la sconfitta della destra sovranista. Occorre quindi rompere le alleanze con le forze anti sistema. Così facendo, si può costruire un Fronte Repubblicano che metta insieme gli elettorati popolari moderati, liberali e socialdemocratici. Il Partito Democratico e Forza Italia devono però mostrare coraggio. Noi di Azione lavoreremo in questa prospettiva: chiudere la stagione del bipopulismo e aprire quella del riformismo pragmatico".

Fanno da eco le parole di Mariastella Gelmini, ministro per gli affari regionali in quota Forza Italia: "Negli ultimi due anni mancata condivisione cui eravamo abituati, scelte fatte da pochi non da tutti. Se Forza Italia torna a fare Forza Italia e la smette di andare a traino degli alleati, ha uno spazio enorme a disposizione...". 

Non è più tempo dei vaffanculo in piazza, degli isterismi, delle battute cabaret, il tempo della ricostruzione, della risalienza e della ripresa abbraccia tutti, nessuno eslcuso. Se non quelli che decidono di autoescludersi. 

3 anni fa
Foto: pixabay
Autore
Gian Luca Campagna

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