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In nome dell'energia va creato nuova sistema economico

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Da qui al 2023, quando gli Emirati Arabi Uniti ospiteranno la 28ma Conferenza delle Parti (Cop28): in cattedra il tema energetico

Da qui al 2023, quando gli Emirati Arabi Uniti ospiteranno la 28ma Conferenza delle Parti (Cop28), è davvero fitta l’agenda di Francesco La Camera, direttore generale di Irena, l'Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, basata ad Abu Dhabi. Di ritorno dall’Indonesia, dove si è svolto l’Irena Investment Forum, co-ospitato dall’Indonesia nel quadro della ministeriale del G20 sulla transizione energetica, La Camera ha parlato con l'agenzia di stampa degli Emirati, per commentare, oltre agli impegni futuri dell’Agenzia, anche il Bali Compact, il documento che contiene principi per accelerare le transizioni energetiche.

"Quello che la presidenza indonesiana è riuscita a costruire è un buon documento. Pone l’accento sulla collaborazione internazionale, aiuta a ridurre le diseguaglianze, aiuta i paesi meno ricchi e meno sviluppati a raggiungere gli Obiettivi degli Accordi di Parigi. C’è uno stress importante, forte, sulla cooperazione. Guardate cosa è successo in Pakistan. Eventi come questi saranno sempre più frequenti se non prendiamo provvedimenti", avverte il direttore dell'Irena.

Sono passati ormai quattro anni dal momento in cui La Camera ha assunto l’incarico di direttore generale dell’Agenzia internazionale, che riunisce oltre 180 paesi impegnati nell’uso di risorse e tecnologie rinnovabili. La sede di Irena, mirabile esempio di architettura ecosostenibile, con oltre il 50% del riutilizzo delle acque e il 75% di risparmio energetico, sorge nella desertica periferia della capitale, a Masdar city.

"Masdar non è solo una località ma anche il nome dell’agenzia degli Emirati che ha cominciato a investire nelle rinnovabili 15 anni fa - spiega - Gli Emirati sono stati tra i primi a investire sistematicamente all’estero, oggi in oltre 40 paesi. Ospitano alcuni dei più grandi parchi solari al mondo, con condizioni economiche eccezionali, sono impegnati sull’idrogeno, anche verde. Guardano al futuro e si muovono in una logica che a mio avviso è condivisibile. Il problema infatti non è quello di distruggere il sistema esistente, ma creare un sistema nuovo che regga e sostenga l’economia".

Primo paese del Golfo a impegnarsi nella neutralità carbonica entro il 2050, negli Emirati fervono i preparativi in vista della Cop che aprirà i battenti nel novembre del prossimo anno ad Expo City Dubai. "Sarà la Cop dello 'stock take', cioè si prenderà atto di quello che va fatto e di quello bisognerà fare, quindi anche dal punto di vista politico sarà una Cop particolarmente rilevante", dice La Camera, aggiungendo che "questo è un incrocio di culture e un incrocio di interessi, il nord e il sud del mondo, l’ovest e l’est".

Da qui ad allora, Irena è impegnata nel Progetto che va sotto il nome di Alliance for Industry Decarbonization (Alleanza per la Decarbonizzazione dell'Industria), che raduna una quindicina di aziende internazionali di primo piano. Il primo incontro si svolgerà durante la COP27 di Sharm el-Sheikh in Egitto. "Se quella viene definita una Cop africana, la Cop28 sarà l’occasione di incrociare le diverse traiettorie mondiali. Io penso che gli Emirati, proprio per la loro determinazione, riescano a superare l’atteggiamento negoziale, tipico delle Cop, per lavorare sull’implementazione. Vorranno lasciare un segno concreto poiché culturalmente lavorano sull’azione".

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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