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Ue: il 2022 occasione per avvicinarsi all'unione fiscale

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La pandemia ha gettato le basi perché la Ue lavori in un modo nuovo, con l'emissione di debito comune e trasferimenti di fondi tra gli Stati membri

L'Unione europea ha vissuto una profonda recessione durante la pandemia, che però è stata anche l’occasione per dimostrarsi capace di intraprendere un'azione forte e concertata e di riprendersi. In effetti, la pandemia ha gettato le basi perché la Ue lavori in un modo nuovo, con l'emissione di debito comune e trasferimenti di fondi tra gli Stati membri. Sebbene non costituisca una vera e propria unione fiscale, questa iniziativa collettiva si affianca agli interventi su base nazionale e apre la strada a ulteriori riforme: è lo scenario tratteggiato in un report da Patrice Gautry, chief economist di Union Bancaire Privée.

La zona euro è a una svolta: se esistesse una chiara volontà politica, i principi delle sue azioni potrebbero essere ridefiniti a favore di un disegno più inclusivo. I leader europei, sottolinea Gautry, dovranno affrontare importanti questioni fiscali nel 2022. Per consentire la lotta alla pandemia, le regole di Maastricht sono state sospese ma nel 2023 è previsto che ritornino in vigore le regole relative alla disciplina fiscale così come la supervisione della Commissione. Da un punto di vista ciclico, con la pandemia ancora in corso, questo ritorno alle normative precedenti richiederebbe agli Stati di adottare un’austerità eccessiva e potrebbe far deragliare la traiettoria di crescita, ancora fragile sul continente.

Da un punto di vista strategico, il ritorno alla rigida interpretazione delle regole di Maastricht potrebbe anticipare il risultato dell'attuale revisione strategica della governance fiscale della Commissione. In particolare, gli accordi sul clima di Parigi stabiliscono obiettivi non solo ambientali, ma anche spese necessarie per i singoli Paesi, con un’impostazione storicamente rigida per impostare politiche fiscali in gran parte obsolete. Inoltre, il contesto di bassa crescita e bassa inflazione del passato ha lasciato il posto a una nuova sfida: un'inflazione più alta e la prospettiva di un rallentamento della crescita post Covid, o stagflazione. Sommato alle complesse regole del Patto di stabilità e crescita, questo significa che l'attuale meccanismo di politica fiscale è sempre più prociclico, che aggrava le recessioni e allo stesso tempo non riesce a riportare i bilanci in attivo quando le economie registrano una crescita sostenuta.

2 anni fa
Autore
Claudio Mascagni

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