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La storia si ripete: come sarà il discorso di Mattarella?

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Nel suo (secondo) discorso di insediamento, nel 2013 Napolitano era stato durissimo con tutta la scena politica, cosa c’è da aspettarsi dal discorso di Sergio Mattar

Dagli sbagli si impara, si dice, la realtà è che nella vita questo succede poche volte, soprattutto se ti chiami “Parlamento Italiano”.

La rielezione del presidente della Repubblica uscente Sergio Mattarella testimonia proprio questo, e dato lo sciagurato precedente del 2013, abbiamo già un’idea di quello che potrebbe essere il discorso di (re) insediamento del presidente uscente, e rientrante, previsto per giovedì 3 febbraio.

Con i dovuti distinguo riguardanti uomini, dinamiche e forze in parlamento, davanti agli occhi degli italiani si ripresenta una scena triste, mai accaduta prima del 2013, anche se prevista dai costituenti.

Non prevedevo di tornare in quest'aula per pronunciare un nuovo giuramento - disse Napolitano, come Mattarella convinto di lasciare e iniziare una nuova vita dopo i sette anni al Quirinale - hanno finito per prevalere contrapposizioni, lentezze, esitazioni circa le scelte da compiere, calcoli di convenienza, tatticismi e strumentalismi. Ecco che cosa ha condannato alla sterilità o ad esiti minimalistici i confronti tra le forze politiche e i dibattiti in Parlamento”. 

Un discorso potente e duro, quanto inutile col senno di poi, totalmente adattabile alla situazione attuale, a testimonianza della squallida stagnazione nella quale versa da decenni la politica italiana, incapace di rinunciare alle certezze per compiere un salto del vuoto, ma di responsabilità. Lo testimonia la reazione inerme del Partito Democratico alle scenette tragicomiche di Matteo Salvini, un uomo ormai vittima del proprio ego, ma anche delle proprie insicurezze, un duo che insieme al sempre più frammentato Movimento 5 Stelle ha confezionato un assist al bacio per la vittoria politica di Giorgia Meloni, che partiva nella posizione, va detto, più comoda di tutte. 

Un teatrino che si è concluso con la rielezione di un uomo che aveva ripetutamente negato il proprio consenso a una rielezione, e ha tutta l’aria di essere “Stato quasi costretto” e aver “Accettato per senso delle istituzioni”, come disse all'epoca Napolitano in un’intervista a Eugenio Scalfari.

Lo stato d’animo del Capo dello Stato attuale non sembra troppo distante da quello del precedente, e nel discorso di insediamento non mancheranno certamente frecciatine e stoccate nei confronti di tutta la scena politica. 

Inizia oggi per me questo non previsto ulteriore impegno pubblico – concludeva Napolitano - Inizia per voi un lungo cammino da percorrere, con passione, con rigore, con umiltà”. Un percorso, a quanto pare, ancora lungo e frastagliato.  

2 anni fa
Foto: Wikipedia
Autore
Emanuele Di Casola

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