In Ue a fuoco 400mila ettari ogni anno
L’85% della quale in Europa meridionale, a causa delle condizioni climatiche favorevoli al divampare di incendi
In Unione Europea va a fuoco ogni anno una superficie di 400.000 ettari (4.000 km2), l’85% della quale in Europa meridionale, a causa delle condizioni climatiche favorevoli al divampare di incendi. Condizioni determinate da una combinazione di temperatura, precipitazioni, velocità del vento e umidità relativa. E le aree a rischio d'incendio sono previste espandersi in tutta Europa, minacciando la biodiversità e l’assorbimento del carbonio da parte degli ecosistemi forestali e naturali, si legge nel capitolo 13 di 'Climate Change 2022: Impacts, Adaptation and Vulnerability', il contributo del Working Group II al Sesto Rapporto di Valutazione dell’Ipcc, l’Intergovernmental Panel on Climate Change, pubblicato la scorsa settimana.
Gli eventi meteorologici estremi, di cui fanno parte la siccità e gli incendi insieme agli altri, tra cui le ondate di calore, le piogge intense e le inondazioni costiere, sono riconosciuti dall'Ipcc come uno dei cinque motivi di preoccupazione (‘reasons for concern’) relativi ai cambiamenti climatici fin dal terzo rapporto di valutazione dell'Ipcc (2001). “I dati delle proiezioni future riassunte nei messaggi del Rapporto Ipcc appena pubblicato evidenziano un aggravamento dell'impatto della siccità sul Mediterraneo” evidenzia Donatella Spano, professoressa all’Università di Sassari e membro del comitato strategico della fondazione Cmcc, esperta in materia di analisi e gestione del rischio connesso a incendi boschivi, siccità e cambiamenti climatici.
“Questo mette a rischio funzionalità e salute di foreste e boschi, esponendoli ad ulteriori disturbi biotici e abiotici, come gli incendi. Inoltre, si assiste, anno dopo anno, ad un graduale ma inesorabile cambiamento del regime degli incendi. Aumentano sia la lunghezza delle stagioni degli incendi sia quelli che vengono definiti Grandi Incendi Forestali, eventi cioè di proporzioni catastrofiche, con un altissimo impatto sociale, economico e ambientale, sempre più difficili da spegnere a causa delle condizioni meteorologiche estreme che verranno esacerbate dai cambiamenti climatici in atto e futuri”.
Commenti