Lampedusa ridotta allo stremo
Bagni allagati e sporchi, tanti bambini costretti a dormire su materassini logori all'aperto. La denuncia di Save the children
Bagni sporchi e inaccessibili e donne e bimbi costretti a dormire all'aperto in mezzo ai rifiuti. A denunciare le condizioni dell'hotspot di Lampedusa, dove dopo gli ultimi arrivi del weekend pasquale le presenze hanno superato quota 1.600 a fronte di una capienza di 400 posti, è Save the Children, presente nella struttura di contrada Imbriacola per garantire assistenza e orientamento ai minori soli e ai nuclei familiari. "Le condizioni igienico-sanitarie dell’hotspot continuano a rimanere estremamente critiche, con conseguenti elevati rischi per la salute individuale e pubblica", denuncia l'organizzazione, spiegando che "la maggior parte dei bagni risulta inaccessibile, sporca, ostruita e allagata, oltre che numericamente insufficiente e non differenziata per genere. Inoltre, molte persone, tra cui madri con bambini e minori sotto i quattordici anni, sono state di nuovo costrette a dormire all’aperto su materassi sporchi e logori, senza lenzuola o coperte, in mezzo a rifiuti di vario genere, nonché in totale promiscuità con uomini adulti".
Gli spazi dedicati all’accoglienza, i servizi e il personale predisposto risultano "insufficienti e inadeguati, soprattutto quando i numeri dei presenti superano la capacità ricettiva del centro, condizione ricorrente e di fatto prevedibile - spiegano da Save the Children -, con conseguenti rischi per la sicurezza, soprattutto dei minori, sia soli che accompagnati". All’interno dell’hotspot vi sono "gravi carenze e ritardi nell’erogazione di beni e servizi, nello specifico dei bisogni primari quali vestiario adeguato all’età e alle condizioni meteorologiche, nonché l’accesso alle cure mediche". "Questa situazione è ormai strutturale", sottolinea Save the Children, che chiede un "intervento urgente" per garantire "la separazione tra adulti e minori nonché uomini e donne all’interno del centro e il rafforzamento della prima accoglienza dei minorenni e dei nuclei familiari, in modo che possa essere velocizzato il trasferimento dall’hotspot, dove peraltro le persone non dovrebbero poter rimanere per più di 48 ore".
Velocizzare le procedure amministrative e logistiche di trasferimento dei migranti, dando priorità a minorenni soli e sotto i quattordici anni e nuclei familiari (mamma-bambino), anche attraverso la previsione di navi per trasferimenti giornalieri almeno per tutto il periodo estivo. A chiederlo è Save the Children, presente all'hotspot di Lampedusa per garantire assistenza e orientamento ai minori soli e ai nuclei familiari. L'organizzazione, che denuncia le condizioni "estremamente critiche" della struttura di contrada Imbriacola, sottolinea come sia "necessario incrementare le risorse umane deputate a gestire un’adeguata accoglienza delle persone presenti, prevedendo la definizione di risorse professionali e logistiche secondo scenari modulari".
Al contempo, Save the Children evidenzia "il bisogno di rafforzare i meccanismi di approvvigionamento dei beni essenziali e la loro distribuzione, nonché l’erogazione dei servizi di pulizia e smaltimento dei rifiuti, così come quello di finalizzare il ripristino e il regolare funzionamento dei moduli abitativi e dei servizi igienici al fine di rendere il centro pienamente funzionale. È, infine, necessario potenziare il supporto sanitario alle persone all’interno dell’hotspot e predisporre un presidio pediatrico a tutela dei minorenni con particolare attenzione ai neonati e agli infra-quattordicenni". Save the Children, che ricorda "l’importanza per i bambini e ragazzi di essere accolti in un ambiente adeguato e sereno, che consenta loro anche di elaborare quanto vissuto", chiede di prevedere la possibilità per i minorenni di fruire di "opportunità di socializzazione e di gioco all’esterno del centro, dando fin d’ora la disponibilità dell’organizzazione a sostenere concretamente lo sviluppo di queste opportunità".
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