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Vince il Pd, perde il centrodestra e il M5S. Rinasce il centro?

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Come cambia la geografia politica dopo il voto. Dopo le elezioni amministrative potrebbero cambiare anche le leadership

Sui 21 capoluoghi di provincia non c’è storia: è finita 16-4, co la mosca bianca centrista di Benevento, rappresentata dall’inossidabile Clemente Mastella. Una sonora sconfitta per il centrodestra e un trionfo annunciato (prima dei ballottaggi negli altri 11 capoluoghi rimasti in bilico) per il centrosinistra.

Per quanto riguarda lo status geografico dei colori delle Regioni intese come istituzioni il Risiko è presto fatto: nel 2002 il centrodestra possedeva 8 Regioni, il centrosinistra 9 e il M5S 3. A oggi resta invariato il numero per il centrodestra, che conferma la Calabria, ma col Pd che avanza arrivando a 11, sottraendo quindi 2 Regioni al M5S, a cui resta il Molise.

Così, gongola il segretario di partito del Pd Enrico Letta, fresco di elezione al collegio suppletivo di Siena per il Senato. È talmente raggiante che lancia sfide future e aperture imminenti. Un po’ quello che accade anche nel centrodestra, seppure con animi diametralmente opposti. Invece, aria mesta e rivoluzionaria in casa pentastellata.

Ma andiamo con ordine.

Così, risultati alla mano, Letta si erge a federatore del centrosinistra (e forse del Paese. E chissà che non sia proprio quest’aspetto a spaventarlo): dovrà persuadere Leu, Italia Viva e soprattutto M5S a creare un grande centro (di sinistra), moderato, europeista e progressista, andando a colmare anche l’enorme vuoto lasciato dai liberali (gli ex giganti Forza Italia e Udc). Sarà necessario capire cosa vorrà fare Giuseppe Conte, ormai leader del M5S, partito uscito fortemente ridimensionato da questa tornata, tant’è che soltanto l’ex premiar comunica per gli ormai orfani di Grillo, relegando a subalterni il lontano Di Battista e, soprattutto, il ministro Di Maio, ai margini anche della scena governativa, vista l’ingombrante ombra che lo avvolge nel nome di Draghi.

Ruolo di federatore che si è automaticamente data anche Giorgia Meloni: la leader di Fratelli d’Italia, partito che ha fatto registrare comunque un numero crescente di percentuale e quindi di consiglieri comunali, ha chiamato subito gli Stati Generali degli alleati, sminuendo di fatto anche le parole avventate di Salvini, che poi ha ribadito un concetto già espresso dalla leader romana, cioè che l’astensionismo, il grande partito presente/assente in questa competizione, è una sconfitta della democrazia piuttosto che della politica.

Un concetto analizzato anche da Giuseppe Conte, quello dell’astensionismo, che è il più grande serbatoio di voti da andare a intercettare, considerato che il popolo dei non votanti era pressoché del 50% al primo turno per poi drammaticamente salire al ballottaggio al 60%. Numeri da capogiro, che impongono una crisi di coscienza a partiti e movimenti, chiamati a sensibilizzare i cittadini a una maggiore partecipazione sociale, seppure sono anche i cittadini a doversi responsabilizzare nell’attivismo. Insomma, siamo di fronte al cane che si morde la coda.

Tornando alla Meloni, la donna forte del centrodestra ha puntato il dito della sconfitta sul Movimento 5 Stelle, decisamente ridimensionati da questa tornata elettorale, sopravvissuti soltanto quando hanno stretto sinergie con il Pd, probabile futuro per molti esponenti grillini. Ecco, di fronte alla esplosione/delusione del M5S, chi prenderà i suoi voti, visto che torniamo al vecchio bipolarismo? Però tra destra e sinistra c’è sempre quel varco centrista oggi vuoto, un pezzo che può essere occupato da chi raccoglie adesioni e ha maggiore credibilità: da una parte Conte, dall’altra il redivivo Clemente Mastella, che ha già lanciato la sua sfida. E non è detto che in questa nuova fase politica non si apra un altro scenario: oggi, Forza Italia e Udc, in cosa sono accomunati con Lega e FdI, sempre più distanti da Draghi? E a proposito di Lega, si prepara un momento da notte di lunghi coltelli, con da una parte Salvini che ormai urla solo alle piazze e alla pancia e dall’altra con il ministro Giorgetti e i governatori Zaia e Fedriga.

I prossimi giorni ci daranno delle risposte.

2 anni fa
Autore
Gian Luca Campagna

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