Montagne e clima assassini
Cordoglio per l'ennesima tragedia alpina ma è la montagna a essere cambiata per via degli sconvolgimenti climatici
Montagna: scialpinisti morti in Valle D’Aosta, ass. Rosatelli 'terribile notizia'
"Mancano il fiato e le parole per dire lo smarrimento di fronte alla terribile notizia della morte di Gabriele e Velio sarà faticoso fare i conti con l’assenza delle loro intelligenze e passioni, dei loro sorrisi di uomini che volevano cambiare questo mondo odiato per le sue ingiustizie e amato per la sua bellezza". Così su Fb l’assessore al Welfare del Comune di Torino, Jacopo Rosatelli, commenta alla scomparsa dei due scialpinisti torinesi travolti ieri da una valanga in Valle D’Aosta. Le due vittime, recuperate questa mattina dal soccorso alpino valdostano, sono Gabriele Del Carlo e Velio Coviello, il primo era stato componente dello staff dell’assessora alla Viabilità del Comune di Torino, il secondo ricercatore Cnr. Ma è l'ennesima tragedia che colpisce, perché la montagna è diventata sempre più assassina. E forse una spiegazione c'è.
Quello che sta succedendo sulle nostre vette, con i sempre più ricorrenti episodi di valanghe e slavine, spesso con tragici esiti, "non è normale. Ma la montagna non è più quella di prima". Lo dice il vice presidente della Camera dei Deputati Sergio Costa che lancia un appello a tutti coloro che amano e frequentano la montagna: "Abbiamo un servizio di bollettino della neve e della montagna tra i più avanzati al mondo, Meteomont, un'eccellenza mondiale, realizzato da una struttura dello Stato, i Carabinieri forestali. Il mio appello ai cittadini è di leggere questo bollettino dove si può consultare l'indice di rischio valanghe, dove maggiore e dove minore". Lo sa bene lui che non solo è ex ministro dell'Ambiente ma anche generale dell'Arma in aspettativa.
Un appello che Costa rivolge a tutti, anche a chi è più esperto, perché con i cambiamenti climatici anche la montagna è cambiata e "l'esperienza va aggiornata alla nuova situazione" che è una situazione di maggiore rischio. "A fine inverno-inizio primavera, il rischio valanghe è maggiore perché la neve cambia consistenza, ma le statistiche ci dicono che questo rischio aumenta di anno in anno e ha raggiunto livelli a cui non eravamo abituati. I cambiamenti climatici influiscono: non solo manca neve ma la neve è diversa, più acquosa, e i ghiacciai stanno retrocedendo, elementi che, insieme, sono indice delle temperature che aumentano", conclude.
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