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Operazione salvezza dell'Orso marsicano

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Meno di 30 anni per salvarlo dall'estinzione: restano 50 esemplari in una ristretta area dell'Appennino centrale. Entro il 2050 dovranno raddoppiare

Meno di 30 anni per salvare l'orso bruno marsicano, l’orso più raro d’Europa che - però - vive in un campo minato, ridotto a una cinquantina di individui relegati in una ristretta porzione dell’Appennino centrale, quasi interamente nei confini di due parchi nazionali: Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e Parco Nazionale della Maiella. Per scongiurarne l'estinzione bisogna raddoppiare la popolazione entro il 2050, ed è importante farlo ora perché tra poche settimane gli orsi usciranno dal letargo, e i rischi sono dietro l’angolo.

Un esempio? Gli incidenti stradali sono tra le principali cause di mortalità: 6 esemplari negli ultimi anni hanno perso la vita così, l’ultimo nel 2021, investito in Abruzzo lungo l’autostrada A25. E anche un solo esemplare morto per una popolazione che a malapena supera i 50 animali rappresenta una perdita enorme. La speranza, sottolinea il Wwf che chiede uno sforzo congiunto per salvare la specie dall'estinzione, è nei cuccioli: i dati più recenti, quelli del 2018 e del 20219, contano rispettivamente 11 e 16 piccoli di orso, poi la pandemia ha bloccato i censimenti

Meno di 30 anni, dunque, per creare una cintura di sicurezza intorno al suo habitat, affinché l'orso possa espandersi in maniera naturale nel territorio: ripristinare i sottopassi stradali abbandonati e impraticabili per gli animali, distribuire nuove recinzioni a tutela degli allevamenti, installare dissuasori acustici e ottici che scoraggino gli orsi ad attraversare le strade più pericolose, rimuovere ciò che attira gli orsi nelle aree urbane (sostituendo, ad esempio, i cassonetti attuali con modelli a prova di orso), favorire la convivenza con le popolazioni locali. Serve, sottolinea il Wwf, uno sforzo congiunto di volontari, esperti, parchi, enti locali.

“Tra poche settimane gli orsi usciranno dal loro letargo, che per la sottospecie marsicana è piuttosto un riposo prolungato inframezzato da brevi escursioni per cercare cibo – spiega Isabella Pratesi, direttore conservazione del Wwf Italia – ma i rischi per questi animali sono dietro l’angolo. Strade, nuclei abitativi, allevamenti, spezzano la naturalità del suo habitat e rappresentano pericoli costanti. La speranza è nei cuccioli: i dati più recenti riguardanti la natalità si riferiscono al 2018, con 11 cuccioli e al 2019 con 16 nuovi cuccioli. Nel 2020 e 2021 la pandemia ha bloccato i censimenti ma si spera di poterli riprendere presto. Ogni nuovo cucciolo è una speranza per la sopravvivenza dell’orso bruno marsicano”.

Nessuna istituzione da sola può fare la differenza. Serve, sottolinea il Wwf, una collaborazione sinergica tra il ministero della Transizione Ecologica, i presidenti delle Regioni ricadenti all’interno dell’areale dell’Orso, prime fra tutte Abruzzo, Lazio e Molise, i tanti sindaci che amministrano questi territori, i responsabili delle aree protette, gli operatori delle forze di polizia, i magistrati e tutti i cittadini che vivono e lavorano in questi territori. Serve l’aiuto e il sostegno di tutti coloro che hanno a cuore il destino di una delle specie più rare e preziose del continente europeo. Il Wwf ha avviato anche una campagna di raccolta fondi per finanziare le azioni urgenti da mettere in campo.

2 anni fa
Foto: wikipedia
Autore
Redazione

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