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Altro che bandiera bianca, sventola quella gialla e blu

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Polemica dopo le parole del Papa sulla risoluzione del conflitto ucraino-russo

 In Ucraina c’è chi chiede il coraggio della resa, della bandiera bianca. Ma altri dicono che così si legittimerebbe il più forte. Cosa pensa? “È un’interpretazione. Ma credo che è più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare. E oggi si può negoziare con l'aiuto delle potenze internazionali”. Lo ha osservato il Papa in una intervista alla Radio Televisione Svizzera rilanciata dai media vaticani.

“La parola negoziare - ha aggiunto - è una parola coraggiosa. Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore. Oggi, per esempio nella guerra in Ucraina, ci sono tanti che vogliono fare da mediatore. La Turchia, si è offerta per questo. E altri. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore”. Anche il Papa si è proposto per negoziare? “Io sono qui, punto. Ho inviato una lettera agli ebrei di Israele, per riflettere su questa situazione. Il negoziato non è mai una resa. È il coraggio per non portare il Paese al suicidio. Gli ucraini, con la storia che hanno, poveretti, gli ucraini al tempo di Stalin quanto hanno sofferto”.

"Il più forte è colui che, nella lotta tra il bene e il male, si schiera dalla parte del bene invece di tentare di metterli sullo stesso piano e chiamarli 'negoziati'". Così su X il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, dopo l'intervista del Papa alla Radio televisione Svizzera. "Allo stesso tempo, quando si parla di bandiera bianca, conosciamo questa strategia del Vaticano dalla prima metà del XX secolo - scrive - Invito a evitare di ripetere gli errori del passato e a sostenere l'Ucraina e la sua popolazione nella lotta giusta per la vita".

"La nostra bandiera è gialla e blu. Questa è la bandiera per cui viviamo, moriamo e con cui prevaliamo. Non alzeremo mai altre bandiere - conclude - Ringraziamo Sua Santità Papa Francesco per le sue costanti preghiere per la pace e continuiamo a sperare che dopo due anni di guerra devastante nel cuore dell'Europa, il Pontefice trovi un'occasione per una visita apostolica in Ucraina per sostenere oltre un milione di cattolici ucraini, oltre cinque milioni di greco-cattolici, tutti i cristiani e tuti gli ucraini".

"Di fronte a tante vittime, distruzione, lacrime in tanti popoli devastati dalla guerra - penso alla martirizzata Ucraina, ma anche alla Palestina, a Israele". E' il nuovo grido di dolore lanciato dal Papa in un videomessaggio inviato ai partecipanti al Concerto 'Cadena 100 Por La Paz', che si svolgerà dopodomani al Centro WiZink di Madrid.

Bergoglio ringrazia "gli artisti che hanno unito il talento a tanta generosità per aiutare vittime innocenti, ma soprattutto perché hanno dimostrato che l’arte e la musica possono diventare messaggeri, strumento di pace per costruire ponti. Grazie per non esservi voltati dall’altra parte, grazie per esservi impegnati con quanti stanno subendo direttamente gli effetti delle guerre".

11 Marzo
Autore
Claudio Mascagni

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