Cookie Consent by FreePrivacyPolicy.com
Loader

Per essere felici non ci vuole il denaro

Mongolia.jpg

La messa del Papa nella steppa di Ulan Bator concentra il suo messaggio sull'arsura del potere che ha sulla vita umana

”Solo l’amore ci disseta il cuore, solo l’amore guarisce le nostre ferite, solo l’amore ci dà la vera gioia. E questa è la via che Gesù ci ha insegnato e ha aperto per noi”, sottolinea il Papa nell’omelia. ”Anche quando amare significa rinnegare sé stessi, lottare contro gli egoismi personali e mondani, correre il rischio di vivere la fraternità. Perché se è vero che tutto ciò costa fatica e sacrificio e a volte significa dover salire sulla croce, è ancora più vero - osserva Francesco- che quando perdiamo la vita per il Vangelo, il Signore ce la dona in abbondanza, piena di amore e di gioia, per l’eternità“. 

“Non serve essere grandi, ricchi o potenti per essere felici”. Il Papa, celebrando la messa a Steppe Arena ad Ulan Bator, incoraggia la piccola comunità cattolica. “Dio Padre ha mandato il suo Figlio a donarci l’acqua viva dello Spirito Santo per dissetare la nostra anima . E Gesù ci mostra la via per essere dissetati: è la via dell’amore, che Lui ha percorso fino in fondo, fino alla croce, e sulla quale ci chiama a seguirlo “perdendo la vita per ritrovarla” nuova”.

Bergoglio si sofferma in particolare su due aspetti: ”la sete che ci abita e l’amore che ci disseta. Il salmista grida a Dio la propria arsura perché la sua vita assomiglia a un deserto. Le sue parole hanno una risonanza particolare in una terra come la Mongolia: un territorio immenso, ricco di storia e di cultura, ma anche segnato dall’aridità della steppa e del deserto. Tanti di voi sono abituati alla bellezza e alla fatica del camminare, azione che richiama un aspetto essenziale della spiritualità biblica, rappresentato dalla figura di Abramo e, più in generale, proprio del popolo d’Israele e di ogni discepolo del Signore: tutti, infatti, siamo “nomadi di Dio”, pellegrini alla ricerca della felicità, viandanti assetati d’amore. Il deserto evocato dal salmista si riferisce, dunque, alla nostra vita: siamo noi quella terra arida che ha sete di un’acqua limpida, un’acqua che disseta in profondità; è il nostro cuore che desidera scoprire il segreto della vera gioia, quella che anche in mezzo alle aridità esistenziali, può accompagnarci e sostenerci. Sì, ci portiamo dentro una sete inestinguibile di felicità”.

”Cari fratelli e sorelle, la fede cristiana risponde a questa sete; la prende sul serio; non la rimuove, non cerca di placarla con palliativi o surrogati. Perché in questa sete - sottolinea il Pontefice- c’è il nostro grande mistero: essa ci apre al Dio vivente, al Dio Amore che ci viene incontro per farci figli suoi e fratelli e sorelle tra di noi”. 

Se pensiamo che a dissetare le arsure della nostra vita bastino il successo, il potere, le cose materiali, questa è una mentalità mondana, che non porta a nulla di buono e, anzi, ci lascia più aridi di prima. Lo sottolinea il Papa, nel corso dell’omelia, presiedendo la messa a Steppe Arena, nella terza giornata del viaggio in Mongolia.

“Gesù invece ci indica la via: ‘Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà’. Fratelli, sorelle, - indica la strada il Pontefice- la via migliore di tutte è questa: abbracciare la croce di Cristo”. “ Al cuore del cristianesimo c’è questa notizia sconvolgente e straordinaria: quando perdi la tua vita, quando la offri con generosità, quando la rischi impegnandola nell’amore, quando ne fai un dono gratuito per gli altri, allora essa ti ritorna in abbondanza, riversa dentro di te una gioia che non passa, una pace del cuore, una forza interiore che ti sostiene”, dice il Papa.

1 anno fa
Autore
Claudio Mascagni

Commenti