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Ma quanto è bello il futuro dei Parchi divertimenti

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Nei prossimi tre anni, i parchi divertimento italiani prevedono di investire oltre 400 milioni di euro per qualificare e ampliare le strutture

Nei prossimi tre anni, i parchi divertimento italiani prevedono di investire oltre 400 milioni di euro per qualificare e ampliare le strutture che, oltre a migliorare l’attrattività turistica dei territori di riferimento avranno ricadute positive sull'occupazione e l'indotto. "Si calcola che le imprese del settore investiranno oltre 400 milioni di euro nel triennio, per qualificare e ampliare le strutture - dice Luciano Pareschi, presidente associazione Parchi Permanenti Italiani - mentre già in questa stagione si assiste ad alcune nuove aperture nell’ambito dei parchi acquatici".

A livello industriale, evidenzia Pareschi, "il trend è quello di creare poli di intrattenimento in sinergia con il sistema territoriale di riferimento, in grado di garantire un’offerta diversificata, durante tutto l’anno". Questo, sottolinea, "passa necessariamente da una maggiore integrazione con le istituzioni locali e nazionali e dalla presa di coscienza del ruolo di attrattore turistico dei parchi, che impone la revisione di alcuni vincoli legislativi e normative altamente penalizzanti per le imprese del settore". Sul fronte del prodotto, l’aspetto principale è legato ai continui investimenti in innovazione. "Le tendenze principali - argomenta Pareschi - riguardano l’allungamento della stagionalità e la diversificazione del target, con un’attenzione crescente al pubblico delle famiglie con bambini. Significativo, a questo proposito, l’incremento di spettacoli dal vivo, eventi speciali e manifestazioni rivolte anche a un pubblico diverso rispetto a quello tradizionale".

Un altro fattore chiave è la sostenibilità. "I parchi divertimento sono per loro stessa natura energivori ma hanno sempre dimostrato una grande proattività nella tutela dell’ambiente - osserva Pareschi -. Sono stati tra le prime aziende in Italia a promuovere una vera e propria cultura green, che coinvolgesse anche i visitatori: dalla riduzione dei consumi di plastica alle pratiche virtuose basate sul riciclo e sulla circolarità, fino alla riduzione dei consumi di acqua, all’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica e all’approvvigionamento energetico da fonti pulite. Molti parchi, ad esempio, stanno adottando pannelli fotovoltaici per produrre autonomamente l’energia elettrica".

La sfida di oggi, però, precisa Pareschi, "è trasformare questa proattività in una vera e propria strategia progettuale, affinché la sostenibilità diventi fattore stesso di crescita per i parchi del futuro: un elemento imprescindibile per garantire un’offerta di tempo libero di qualità alle generazioni future". Nei prossimi anni, sul fronte del digitale, la sfida prioritaria "è individuare le tecnologie che consentiranno di potenziare la qualità delle sensazioni offerte, in un mix tra esperienza fisica e virtuale - fa sapere Pareschi -. In questo momento, nessun simulatore con visore VR può ancora sostituire l’emozione provata su un ottovolante che supera i 100 km/h e costa 15 milioni di euro, ma è innegabile che in specifiche attrazioni l’integrazione del digitale può già offrire nuove forme di interazione e migliorare in modo sostanziale l’esperienza dell’utente".

A giocare un ruolo importante è anche l'intelligenza artificiale. "L'Ai - dice Pareschi - permette di liberare gli staff dalle attività ripetitive, tanto nel marketing quanto nel customer care, ad esempio attraverso l’impiego di chatbot che rispondono h24 alle domande più frequenti dei clienti". A livello operativo, invece, "l’intelligenza artificiale è già di supporto alla sicurezza delle attrazioni, ormai dotate di sensori interconnessi che registrano lo stato di tutti i componenti e sono in grado di monitorare comportamenti inadeguati dei visitatori e segnalarli in tempo reale agli operatori".

L'Ai viene inoltre utilizzata nei sistemi di biglietteria "che adottano il prezzo dinamico e in tutte le attività di analisi predittiva, e consentono ai manager di prevedere il numero di ospiti presenti nelle diverse giornate di apertura, dimensionando di conseguenza il numero degli operatori necessari, i servizi di pulizia, i consumi energetici e le disponibilità di food&beverage, in un’ottica di riduzione degli sprechi e di maggiore sostenibilità".

2 Maggio
Foto: pixabay
Autore
Pasquale Lattarulo

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