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E se ci scappa una bottiglia da stappare per la salvezza in A?

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Come nel romanzo 'Da consumarsi preferibilmente entro la fine del mondo' una promessa/scommessa per il Frosinone calcio

Sono cresciuto a pane e Osvaldo Soriano rafforzato con l’inchiostro di Eduardo Galeano. E quindi narrare di storie ordinarie che diventano straordinarie perché profumano di quotidiano resta il mio mestiere.

Non è stata una passeggiata emotiva seguire per un campionato intero il Frosinone, ma una sorta di (piacevole) Via Crucis, culminata con una meritatissima promozione in serie A. Quando in agosto mi è stato comunicato che avrei dovuto raccontare per il giornale i giallazzurri sono rimasto un momento spiazzato, con la memoria che ha rincorso risse epiche in campo, la gioia di un muro arancione, rigori sbagliati sotto l’acquazzone, vasi piombati sui pullman, partite rinviate e squalifiche di tribune procrastinate, bimotori che scoreggiano colori sopra lo stadio, sindaci trasformati in ultrà, una sconfitta umiliante nel giorno dei morti, massima serie per alcuni e oblio per altri, insomma tutto quello che condisce un derby e che guardi con un occhio diverso, perché sei prima di tutto un amante del calcio e della vita.

Quando in agosto si era diffuso sui social frusinati che un giornalista pontino sarebbe stato inviato a Frosinone per seguire i canarini sono rimbalzati post sull’argomento, con sfottò pubblici e approcci privati. Ma mai un’offesa. Forse qualcuna, prontamente sedata da chi sa che il calcio unisce e non divide, anche se la fede è diversa. Insomma, alla fine, o meglio sin dall’inizio, è scattato il benvenuto allo straniero che viene in pace.

Durante il campionato, seduto in tribuna stampa allo Stirpe, da bravo professionista non ho esultato ai gol del Frosinone ma ho applaudito alle belle giocate, sono rimasto aderentemente incollato sulla seggiola quando scattava dalla Curva Nord ‘chi non salta è un pontino’, però da globetrotter quale sono ho abbracciato la causa del treno giallazzurro arrivato a destinazione.

Degli scambi in privato si diceva. Tanti. Tantissimi. Quando assisti alla partecipazione emotiva di una città e di un territorio che celebra una gioia calcistica non puoi restare indifferente, ti avvicini, applaudi e guardi con occhi di condivisione. Così sin dall’inizio del campionato nasce la corrispondenza con Emiliano Francone, tifoso giallazzurro per nascita, estrazione e passione, amministratore della pagina Facebook ‘I leoni del Benito Stirpe’, che pur vivendo al Nord ha mantenuto vive radici e tifo, conservando in frigo da 4 stagioni una bottiglia pronta per essere stappata se il Frosinone fosse tornato in serie A. E così, il 1° maggio Francone finalmente caccia fuori quella bottiglia che la immagino relegata, desiderata e maledetta, in un angolo del freezer, aggredita da batteri nerazzurri, rossoneri, bianconeri, rossoblù, rosanero e via cianciando. E si netta di quelle bollicine che avranno mantenuto un perlage afrodisiaco. Mi ricorda tanto il finale di un romanzo con protagonista il detective José Cavalcanti, dal titolo ‘Da consumarsi preferibilmente entro la fine del mondo’, con questa bottiglia che per anni vaga tra i territori della Patagonia fino a giungere a Ushuaia, la città che rappresenta la fine del mondo, per essere infine stappata. D’accordo, il romanzo dev’essere ancora terminato, ma visto che siamo nel campo delle promesse sono io stavolta che ne lancio una a voi, caro Emiliano e cari amici ciociari: il 13 maggio prima dell’inizio della partita contro il Genoa regalerò a un rappresentante della Curva Nord una bottiglia di bollicine da stappare (e bere insieme, questo sia chiaro!) quando il Frosinone per la prima volta nella sua storia resterà in serie A.

1 anno fa
Autore
Gian Luca Campagna

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