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Il conflitto ucraino diverso da Irak e Afghanistan

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Il generale Bellini analizza le differenze tra le guerre in cui la Nato ha partecipato: 'convinto che si arriverà a un cessate il fuoco abbastanza rapido’

"La guerra non ha più due rivali ben definiti, ma sono attori che si comportano in maniera completamente anomala rispetto a quella che era l'idea di guerra di una volta. Non c'é più la contrapposizione di due eserciti, come era un tempo, con due fazioni in lotta per la supremazia. Adesso molte delle attività belliche si svolgono in ambienti completamente diversi da quelli che erano un tempo, in ambito urbano, con attività anche molto asimmetriche”. E' quanto dice Gianmarco Bellini, ex generale e pilota dell'Aeronautica Militare che nel 1991, durante la prima guerra del Golfo rimase prigioniero degli iracheni per 47 giorni insieme al navigatore Maurizio Cocciolone.

“L'attività che sta facendo Putin assolve probabilmente un po' le aspettative che lui aveva riguardo queste operazioni. Il popolo ucraino è fiero e agguerrito e la resistenza era evidente ci sarebbe stata - aggiunge - Secondo me l'impegno preso in pubblico dal presidente Zelensky sul mancato ingresso nella Nato dell'Ucraina dovrebbe bastare a portare a una de-escalation del conflitto in maniera abbastanza repentina. Ed è sicuramente una delle azioni anche più logiche che si possano adottare in questo momento. Anche da parte di Putin, sentirsi accerchiato da Paesi che non vedono in maniera molto benevola la Russia, può avere come effetto sicuramente una reazione di difesa".

Sul mancato o scarso utilizzo della forza aerea da parte di Putin, spiega: "Non so quali siano gli obiettivi strategici di Putin in questo frangente, può essere che l'azione militare che sta intraprendendo, con un impiego moderato e quasi inesistente della forza aerea, sia sufficiente per ottenere i risultati che vuole oppure, non è escluso, cerca di limitare le perdite umane. Credo che la situazione si stia piano piano riducendo d'intensità. Sono convinto - precisa - ci siano in atto colloqui molto intensi tra le due parti, Ucraina e Russia. Non conviene a nessuno andare avanti in questo modo, nemmeno all'immagine di Putin, abbandonato e isolato da tutto l'occidente e da tutto il mondo. Sono convinto che si arriverà a un cessate il fuoco abbastanza rapido, almeno me lo auguro perché una guerra in Europa non me la sarei mai aspettata dopo la fine dell'Unione Sovietica. E una reazione dell'Italia, legata dai trattati internazionali che ha sottoscritto, in primis il patto euroatlantico, sarà naturalmente compresa, se ci sarà un intervento da parte di Putin verso i paesi della Nato".

Il 24 marzo prossimo il presidente americano Biden sarà in Europa per il vertice Nato e il Consiglio Ue, potrebbe essere risolutivo?. "Ho assistito ad agosto scorso al ritiro delle truppe americane dall'Afghanistan, che è stata una debacle incredibile, non solo da un punto di vista militare ma anche politico. Anzi, è probabile che proprio la gestione di questa situazione abbia portato ad alcune considerazioni da parte di Putin che gli hanno consentito anche di intervenire direttamente con l'Ucraina, cosa che mai aveva fatto in passato. Può darsi che la titubanza e la mancanza di decisione nel ritiro delle truppe dall'Afghanistan abbia dato un po' il la a Putin per intervenire, che probabilmente si è sentito in un certo senso quasi agevolato a intervenire in Ucraina proprio perché c'é stata una mancanza di fermezza da parte degli Stati Uniti e dalla Nato in quel disastro che è stato il ritiro delle truppe dall'Afghanistan". 

2 anni fa
Autore
Silvia Mancinelli

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