Niente guerra con la Russia, pensiamo agli affari (di Putin)
Incontro oggi tra il presidente russo Putin e le imprese italiane, che non hanno affrontato il tema della crisi ucraina. Resta il nodo embargo al made in Italy
"Il business è un eccellente argomento che 'distrae' dalle tematiche che possono essere causa di conflitto: con il business si parla di quello che accomuna le persone e i paesi più di quello che ci divide. L'incontro con il presidente russo Vladimir Putin è stato molto importante anche perché il dialogo, che è alla base di ogni sviluppo economico, e il business possono essere elementi utili per distendere i rapporti tra i paesi e risolvere le eventuali problematiche". Ad affermarlo il presidente della Camera di Commercio italo-russa, Vincenzo Trani dopo l'incontro di oggi tra Putin e le principali imprese italiane attive con la Russia."Make business not war", chiosa Trani riassumendo lo spirito dell'incontro.
"L'Ucraina o altri temi politici nono sono stati affrontati" nel corso dell'incontro. "E' stato un dialogo 'one to one' con ogni imprenditore. Il presidente russo si è impegnato, come richiesto dagli imprenditori italiani, ad assicurare tranquillità e stabilità. Mi sembra che questa sia una dichiarazione di pace e non di guerra", sottolinea Trani.
"Il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin ha riconosciuto il ruolo molto importante dell'Italia nello scambio commerciale tra i nostri paesi. Ha evidenziato come l'Italia sia il terzo partner europeo e come sia un partner strategico per lo sviluppo del business in Russia" ha conclusoi Trani.
L’incontro, che è stato organizzato dalla Camera di Commercio Italo-Russa e che ha coinvolto anche il Comitato imprenditoriale italo-russo presieduto da Marco Tronchetti Provera, "era previsto durasse un'ora e mezza, invece è durato due ore e mezza. Il presidente russo, che era accompagnato da otto ministri, dal presidente di Rosneft e dal Ceo del fondo sovrano russo Rdif Kirill Dmitriev, ha fatto uno speech iniziale prima di lasciare la parola a me, come presidente della Camera di Commercio italo-russa e poi a Tronchetti Provera, come presidente del Comitato imprenditoriale italo russo".
"Dopo i nostri speech - racconta Trani - sono intervenuti gli imprenditori italiani che partecipavano all'incontro con interventi molto concreti e diretti. Hanno fatto una breve introduzione del loro business e hanno illustrato concretamente le problematiche nello sviluppo dei propri business. Ad ogni imprenditore ha risposto personalmente il presidente Putin coinvolgendo i ministri. Le risposte agli imprenditori sono state concrete. E' stato un incontro molto rilassato, molto amichevole. La sensazione è stata quella di un tavolo di persone che collaborano tra di loro e c'era l'impressione di un incontro con colleghi più che con un Capo di Stato".
"Il presidente Putin è stato collegato per oltre due ore e mezza, ha preso in considerazione ogni singolo settore, ogni singola istanza presentata dalle aziende leader di tutti i principali settori. Il grande assente è stata la politica, non siamo andati a parlare di politica, nessun tema è stato sollevato, mentre il business, lo sviluppo, la creazione di ricchezza e occupazione è stata al centro dei colloqui". Lo ha detto a Sky Tg24 Luigi Scordamaglia, presidente di Filiera Italia, tra gli imprenditori che hanno partecipato alla delegazione di grandi gruppi industriali italiani che oggi ha incontrato online il presidente russo.
"Putin ha incoraggiato un’intensificazione degli investimenti reciproci, ha ricordato come le aziende italiane che investono in Russia hanno già fatto più di cinque miliardi di investimenti, mentre i russi in Italia tre miliardi. Ha ribadito la partnership particolare che riconosce al nostro Paese e anche nel settore energetico - ha spiegato ancora il presidente di Filiera Italia - ha detto che dovremmo sviluppare insieme tutta una serie di business, anche nel settore delle rinnovabili e della creazione di nuovi investimenti anche verso quella comune soglia della neutralità carbonica del 2060", ha concluso.
Lo scorso anno sono aumentare del 55% le esportazioni dalla Russia in Italia, con un aumento rilevante del deficit commerciale del nostro Paese che ha raggiunto i 6,3 miliardi di euro nel 2021. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in riferimento all’incontro del leader russo Vladimir Putin "con sedici rappresentanti di grandi imprese italiane anche dell’alimentare da Barilla a Cremonini - scrive l'associazione in una nota - che ha sollevato il problema dell’embargo all’alimentare Made in Italy".
Un appuntamento in piena crisi Ucraina, ricorda Coldiretti, con effetti sui mercati dal gas al grano, il cui prezzo internazionale è balzato di quasi il 10% in un sola settimana al Chicago Board of Trade. Se le esportazioni italiane riguardano principalmente i prodotti dell’attività manifatturiera per un totale stimato di circa 7,6 miliardi, dalla Russia arrivano beni per un valore di circa 13,9 miliardi soprattutto prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere, metalli di base, coke, prodotti petroliferi e anche circa 100 milioni di chili di grano nel 2021 con il Paese di Putin che è il principale esportatore mondiale. Le esportazioni Made in Italy invece sono aumentate nel 2021 di appena l’8,8% e a pesare sul deficit continua ad essere l’embargo deciso da Putin per i principali prodotti agroalimentari Made in Italy con il decreto n. 778 del 7 agosto 2014, e da allora sempre prorogato, come risposta alla sanzioni decise dall’Unione Europea, dagli Usa ed altri Paesi per la vicenda Ucraina.
Il Decreto di embargo tuttora in vigore colpisce una importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti dall’Italia che ha perso 1,5 miliardi di export negli ultimi 7 anni e mezzo dall’entrata in vigore. L’agroalimentare è, fino ad ora, l’unico settore colpito direttamente dall’embargo che ha portato al completo azzeramento delle esportazioni in Russia dei prodotti Made in Italy presenti nella lista nera, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dal prosciutto di Parma a quello San Daniele, ma anche frutta e verdura. Al danno diretto delle mancate esportazioni in Russia si aggiunge la beffa della diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy, realizzati in Russia come parmesan, mozzarella, robiola, o nei Paesi non colpiti dall’embargo come scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta Made in Bielorussia, ma anche salame Milano, parmesan e gorgonzola di produzione Svizzera e parmesan o reggianito di origine brasiliana o argentina. Nei supermercati russi si possono trovare fantasiosi surrogati locali che hanno preso il posto dei cibi italiani originali, dalla mozzarella 'Casa Italia' all’insalata 'Buona Italia', dalla robiola Unagrande alla mortadella Milano. Il danno riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, ha dovuto rinunciare ai prodotti alimentari Made in Italy originali.
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