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Tre donne contro ogni pronostico per Latina capitale culturale

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La città di Latina tra polemiche e sberleffi è arrivata, un grande risultato per far cominciare una nuova stagione

Contro ogni pronostico. E sì, pochi minuti fa il Ministero della cultura ha sciolto le riserve sulle 10 finaliste che si contenderanno da qui fino a marzo la candidatura a Capitale della cultura italiana 2026. E Latina è tra loro. E c’è anche Gaeta, altra straordinaria perla di questo territorio.
Probabilmente per Latina è il massimo risultato che poteva e può ottenere. Una candidatura che ha scatenato una ridda di polemiche quando l’amministrazione comunale per la prima volta guidata da una donna, Matilde Celentano, ha provato a partecipare a questa gara culturale, che vede la vincitrice accaparrarsi la non modesta cifra di 1 milione di euro, più l’indotto che ne può scaturire con progetti di marketing territoriale. Quel finanziamento servirà a concretizzare i progetti che sono stati ideati dai Comuni in gara, ma per alcune amministrazioni e per alcuni territori questo risultato è già una vittoria, perché può essere il primo vagito per tentare di colmare un handicap di carenze infrastrutturali ma anche di miopia culturale della gente.
Nello specifico, la candidatura di Latina ha avviato battutacce, pernacchie, sberleffi, facendo anche capire quanto sia più di moda il lamento che la volontà di fare (fare cultura, fare comunità, fare…) mettendosi in discussione, non comprendendo che per scuotere una città dormiente ci vuole una scossa. L’amministrazione comunale, forse in modo anche avventato, è stata visionaria nel voler credere a questa chimera culturale, ma contro tutto e tutti, va ammesso, che il sindaco Matilde Celentano, l’assessore Annalisa Muzio e l’architetto Daniela Cavallo sono andate oltre gli orizzonti. Tre donne, eh. Insomma, queste fantastiche donne hanno osato. Hanno compiuto il primo passo. Forse, ora, è il caso di accompagnarle.
 
13 Dicembre
Autore
Gian Luca Campagna

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