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Hamas e Israele sullo stesso piano

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La dura presa di posizione del ministro Tajani sulla decisione della Corte penale internazionale

"È del tutto inaccettabile che si mettano sullo stesso piano Hamas e Israele, i capi del gruppo terroristico che ha avviato la guerra di Gaza massacrando cittadini innocenti e i capi del governo eletto dal popolo di Israele. È assurdo che il procuratore abbia solo concepito questo parallelismo. In nessun modo si può solo immaginare una equiparazione del genere. Attenzione a non legittimare posizioni anti-israeliane che possono alimentare fenomeni di antisemitismo". Ad affermarlo è il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, commentando in un'intervista al 'Corriere della Sera' la richiesta di arresto da parte della Corte penale internazionale nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu e dei leader di Hamas.

Tajani assicura poi che "la nostra posizione non cambia: diciamo no all’attacco a Rafah, siamo per il cessate il fuoco immediato e per la possibilità di fornire aiuti umanitari e di salvaguardare le vite dei civili. Ma nello stesso tempo difendiamo il diritto di Israele a esistere e siamo per una politica dei due popoli e due Stati". "E dico di più", aggiunge. " Noi siamo anche favorevoli a inviare nostri soldati in una possibile missione Onu sotto il comando di un Paese arabo - come è stato proposto - per preparare il campo alla nascita di uno Stato palestinese. La nostra presenza potrebbe essere molto importante, perché siamo graditi sia agli israeliani sia ai palestinesi, come lo siamo per i serbi e gli albanesi in Kosovo".

Intanto la situazione in Palestina resta drammatica e delicata. Gli Stati Uniti annunciano che "ad oggi, oltre 569 tonnellate di assistenza umanitaria sono state consegnate attraverso il molo temporaneo a Gaza, per poi essere successivamente distribuite". "Gli Stati Uniti, il Regno Unito, gli Emirati Arabi Uniti, l'Unione Europea e molti altri partner hanno donato questi aiuti umanitari. Il molo è una soluzione temporanea per incrementare l’assistenza umanitaria a Gaza per soddisfare i bisogni urgenti del popolo palestinese", si legge sull'account X del US Central Command.

Israele avrebbe deciso di accantonare i piani per una grande offensiva nella città meridionale di Rafah, nella Striscia di Gaza, e di circoscrivere le sue operazioni. A scriverne è l'analista del Washington Post David Ignatius, precisando che la decisione segue colloqui avuti con gli Stati Uniti sulla questione. Citando funzionari a conoscenza delle discussioni, Ignatius afferma che il piano che prevedeva l'invio di due divisioni nella città non andrà avanti e le operazioni saranno più limitate. Washington ritiene che i nuovi piani avranno conseguenze meno negative per i civili, motivo per cui non dovrebbe opporvisi, scrive l'analista.

21 Maggio
Autore
Pasquale Lattarulo

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