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Le otto meraviglie contro Trump

L'ex presidente Usa Donald Trump

Sono 8 gli sfidanti tra i repubblicani pronti per contrastare l'ex presidente sulla nomination a Gop 24

Finora solo Nikki Haley si accinge ad annunciare la sua candidatura, ma sono otto i repubblicani che potranno nei prossimi mesi scendere in campo per le primarie del 2024 e quindi sfidare Donald Trump nella sua nuova corsa per la Casa Bianca. Ecco chi sono, secondo il sito di The Hill.

Nikki Haley

Si attende per il prossimo 15 febbraio l'annuncio ufficiale della candidatura della 51enne figlia di professori indiani immigrati negli Usa che Trump scelse come ambasciatrice alla Nazioni Unite. L'annuncio, è stato reso noto nei giorni scorsi, avverrà a Charleston, nella South Carolina di cui la repubblicana è stata governatrice. Di una sua discesa in campo si parla da diverse settimane, soprattutto da quando, il mese scorso, lei ha detto che "se si guarda al futuro dell'America, credo che sia arrivato il momento per un ricambio generazionale".

L'annuncio della sua imminente candidatura ha subito suscitato la reazione stizzita di Trump: "Nikki deve seguire il suo cuore, non il suo onore", ha scritto su Truth Social pubblicando polemicamente un video in cui la repubblicana nel 2020 diceva che se Trump si fosse candidato per il 2024 lei non l'avrebbe fatto.

Ron DeSantis

Dalla sua rielezione a valanga a governatore della Florida, con un vantaggio di quasi 20 punti sull'avversario, Ron DeSantis viene considerato un candidato scontato alle prossime primarie, anche se il repubblicano - da mesi bersagliato dagli attacchi preventivi di Trump - non si sbilancia pubblicamente sulle sue intenzioni. In maniera riservata, però, i suoi consiglieri assicurano che DeSantis sta preparando attivamente la campagna e starebbe già selezionando lo staff, anche se intenderebbe aspettare ancora prima di fare l'annuncio ufficiale.

Pur cercando di non reagire agli attacchi dell'ex presidente, che tra l'altro lo accusa di slealtà ricordando il sostegno che ha ricevuto da lui per la sua prima corsa da governatore, negli ultimi giorni DeSantis non ha resistito ad assestare un colpo doloroso per l'ex presidente ricordandogli di essere stato rieletto, a differenza di lui, "con la massima percentuale di voti mai ricevuta da un governatore repubblicano della Florida".

Mike Pence

L'ex vice presidente di Trump, con il quale il tycoon è ai ferri corti per non essersi prestato al suo piano di rovesciare i risultati elettorali che sancivano la vittoria di Joe Biden, sta valutando anche la possibilità di una sua candidatura ed ha spiegato che prenderà la decisione "nei mesi prossimi". Intanto, il repubblicano esponente della destra cristiana continua a girare il Paese per presentare il suo libro di memorie "So help me God", che Dio mi aiuti, tour che solitamente negli Usa è il preludio di una candidatura presidenziale.

L'ex governatore dell'Indiana nelle ultime settimane è però è inciampato - come Trump prima e poi Biden - in una vicenda legata ai documenti classificati, ritrovati nella sua abitazione privata. Un ritrovamento che è stato fonte di imbarazzo, dal momento che il repubblicano aveva usato toni molto duri nel condannare il presidente Biden escludendo categoricamente che lui stesso avesse portato via carte segrete dalla Casa Bianca.

Mike Pompeo

Anche l'ex segretario di Stato di Trump, che in un primo momento l'aveva nominato direttore della Cia, ha appena pubblicato un libro di memorie, "Never Give an Inch", mai cedere di un millimetro, occasione quindi di decine interviste in cui ha spiegato che prenderà una decisione in primavere sulla possibile candidatura alla Casa Bianca. Intanto, il pugnace repubblicano di origine italiana, non ha mancato di lanciare qualche affondo al suo ex boss.

"Ci era stato detto che saremmo stati stanchi di vincere, ma io sono stanco di perdere e così la maggioranza dei repubblicani", ha twittato a novembre dopo i deludenti risultati alle elezioni di midterm, principalmente a causa delle sconfitte dei candidati scelti da Trump, prendendo in giro l'ex presidente che aveva detto che il partito repubblicano con lui si sarebbe stancato di vincere.

Tim Scott

Il senatore afroamericano della South Carolina, ha lanciato il tour “Faith in America”, fede nell'America, un tour per incontrare gli elettori in South Carolina e Iowa, entrambi stati tra le prime tappe delle primarie. Unico senatore afroamericano repubblicano, Scott spesso ricorda la sua storia personale, cresciuto con una madre single in una situazione economica difficile. E' stato anche uno dei negoziatori repubblicani di una possibile riforma della polizia.

Larry Hogan

L'ex governatore del Maryland, ed uno dei più accesi critici di Trump, nei giorni scorsi ha detto che sta "prendendo seriamente in considerazione" la candidatura alla Casa Bianca. "La mia ala del partito ha avuto ottimi risultati, la sua no", aveva detto il repubblicano lo scorso novembre dopo i deludenti risultati a midterm dei candidati di Trump.

Glenn Youngkin

Nel 2021 è diventato governatore della Virginia, riconquistando uno stato che nelle ultime tornate si era spostato verso i dem, soprattutto grazie ad una politica tesa a difendere i diritti dei genitori contro programmi scolastici ritenuti troppo 'woke', termine dispregiativo usato dai conservatori per indicare le posizioni troppo liberal.

Asa Hutchinson

L'ex governatore dell'Arkansas nei mesi scorsi ha confermato che sta valutando "molto seriamente" la candidatura, ed a novembre diceva che puntava a prendere una decisione entro gennaio, cosa che evidentemente non è ancora avvenuta. Critico di Trump, a dicembre a detto che una nuova candidatura alla Casa Bianca dell'ex presidente sarebbe "il peggior scenario" dal momento che quello che è successo il 6 gennaio, con l'assalto al Congresso da parte dei suoi sostenitori, "lo squalifica".

1 anno fa
Autore
Claudio Mascagni

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