Al voto per eleggere il nuovo presidente
Alle 15.04 suona il ‘cicalino’ in Transatlantico che avverte che le votazioni sono aperte, ma continuano le trattative tra i partiti
Alle 15.04 suona il ‘cicalino’ in Transatlantico che avverte che le votazioni sono aperte. I primi 50 senatori (si va in ordine alfabetico) chiamati al voto hanno sfilato, ma il nome del nuovo presidnete slitterà a domani, anche perché continuano febbrili, soprattutto fuori dal Parlamento, le trattative tra i partiti.
I nomi che si susseguono con maggiore frequenza restano quelli d Draghi, prende quota Casini e c'è chi avanza anche un Matatrella-bis.
Poi, c'è chi lancia appelli per non dividere il Paese. Così, i Vescovi italiani, nel giorno in cui iniziano le votazioni per eleggere il Capo dello Stato, lanciano un appello per l’unità: "Proprio oggi iniziano le votazioni per eleggere il Presidente della Repubblica. Il Parlamento in seduta comune saprà cogliere il desiderio di unità espresso dal Paese? - chiede il presidente della Cei cardinale Gualtiero Bassetti aprendo i lavori del Consiglio episcopale permanente-. Non possiamo che auspicarlo nell’interesse generale".
"Lo spirito unitario che anima la stragrande maggioranza degli italiani ha trovato finora un interprete coerente e disinteressato nella persona di Sergio Mattarella, il cui esempio di uomo e di statista si pone ora come un limpido punto di riferimento nelle scelte che devono essere compiute alla luce della Costituzione. A lui - dice Bassetti - rinnoviamo il nostro saluto rispettoso e grato".
Quindi l’auspicio che venga raccolta l’eredità lasciata dal presidente del Parlamento europeo scomparso di recente: "Il desiderio comune di dialogo e di solidarietà, peraltro, nei giorni scorsi si è manifestato con un’ampiezza e una spontaneità confortanti intorno alla figura di David Sassoli, la cui vicenda terrena si è consumata così prematuramente. Sarebbe un’imperdonabile superficialità non dare ascolto a questo sentimento collettivo che trova il suo fondamento nel lascito umano e ideale di Sassoli. Nel suo impegno professionale e come uomo delle istituzioni europee, egli si è sempre speso per una società più solidale e più attenta ai bisogni dei giovani e degli ultimi, sostenendo in ogni sede la necessità di abbattere muri e costruire ponti. Di questo c’è urgente bisogno in un momento in cui le tensioni e i conflitti si sono fatti particolarmente acuti anche vicino a noi".
"Draghi è una delle ipotesi in campo, ma Mattarella non credo, non è la sola ma è una delle ipotesi in campo e sta in piedi solo in un quadro accordo politico. L'elezione del presidente della Repubblica non può essere un gesto di risulta tecnocratica ma una scelta politica e questo impone un accordo sul governo dopo" così Matteo Renzi alla Camera.
"Spero in un accordo entro giovedì. L’Italia non ha superato l’emergenza per questo Draghi dovrebbe restare a Chigi. Casini? È certamente una figura che ha le caratteristiche per unire”. Così il senatore Pd, Andrea Marcucci, dopo il voto alla Camera.
"Non parlerei di nomi fino a quando non c'è chiarezza sulle conseguenze sulla maggioranza di governo. In questo momento, e nel prossimo anno, con tutti i problemi che abbiamo sul tappeto. La meraviglia è che Draghi ha incontrato Salvini... Quello di cui bisogna parlare da parte delle forze della sua maggioranza è proprio qual è la situazione dopo le elezioni, sul suo governo, delicatissimo, perché ha una maggioranza, ma ha anche una serie di problemi. Il punto è proprio se questa maggioranza di governo si sradica: non si è preoccupata di garantire che bisogna governare il Paese. Quelle ragioni che portarono Mattarella a dare l'incarico a Draghi esistono e continuano ad esistere. Non si è creato nessun nuovo equilibrio di maggioranza nel Paese in quest'anno. I problemi da affrontare sono tanti sia in Italia che a Bruxelles " dice Vincenzo Scotti, a lungo ai vertici Dc, già ministro dell'Interno.
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