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Il reato di blocco stradale e l’autogol di Salvini a Trieste

Porto di Trieste manifestazione No Green Pass.jpg

Il leader della Lega ha attaccato frontalmente il Ministro Lamorgese per lo sgombero operato dalla Polizia, ma il protocollo è il suo

Si è acceso in parlamento lo scontro dialettico e politico a seguito dell’intervento della Polizia per lo sgombero del blocco al varco 4 del porto di Trieste, si sabato scorso. 
A prendersela con il Ministro Lamorgese è stato Matteo Salvini. Il Leader della Lega ha confermato “de visu” il concetto che aveva già espresso su twitter: “Settimana scorsa si permette a un manipolo di neofascisti di mettere a soqquadro Roma, oggi si usano gli idranti contro i pacifici lavoratori e cittadini a Trieste. Ma al Viminale come ragionano?”.
Nella stessa aula è la stessa Lamorgese a difendere a spada tratta la scelta effettuata e del resto, il protocollo eseguito dalla Polizia a Trieste è contemplato dalla DL Sicurezza introdotto proprio da Matteo Salvini, all’epoca Ministreo dell’Interno del Governo GialloVerde.  
Nello specifico quel DL introdusse il reato di blocco stradale e anche occupazione dei binari ferroviari.
Il blocco stradale, depenalizzato nel 1999, ha ripristinato il reato con pene che possono arrivare fino a sei anni di carcere e recita così: “Chiunque, al fine di impedire od ostacolare la libera circolazione, depone o abbandona congegni o altri oggetti di qualsiasi specie in una strada ordinaria o ferrata o comunque ostruisce o ingombra una strada ordinaria o ferrata, ad eccezione dei casi previsti dall’art. 1-bis, è punito con la reclusione da uno a sei anni”.
Quando venne introdotta, la norma voluta da Salvini venne pensata per limitare movimenti e sindacati, dai No Tav alle lotte nella logistica.
 
2 anni fa
Autore
Luca Morazzano

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