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Edilizia tra i settori più a rischio per infiltrazioni mafiose

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Il comparto costruzioni è sorvegliato speciale di Eurispes: da tutelare in momento di crisi e di finanziamenti in arrivo da Ue

"Il settore delle costruzioni è generalmente ritenuto uno dei comparti economici tra i più a rischio di infiltrazione della criminalità mafiosa". E' quanto rileva l'Eurispes nell''Indagine sulle infrastrutture e il comparto edilizio in Italia' presentata oggi. "Gli affari delle mafie non sono relegati alle note attività criminali, ma penetrano nell’economia sana e ne contaminano dinamiche ed esiti, non solo intervenendo in maniera diretta, ma approfittando della crisi di liquidità delle aziende accentuata dalla pandemia da Covid-19. Il settore edilizio- sottolinea l'Eurispes - non fa eccezione a questa narrazione: è anzi un sorvegliato speciale, da tutelare e difendere in un momento di crisi e, allo stesso tempo, di ingenti finanziamenti in arrivo dall’Unione europea, che rischiano di essere inquinati alla radice dalle mafie".

"L’investimento di capitali criminali nelle imprese di costruzioni rappresenta un fenomeno più allarmante del riciclaggio di denaro in sé, spesso riconvertito in attività di ristorazione, commerciali e proprietà immobiliari, in quanto comporta una infiltrazione capillare e strutturata all’interno della società. Ciò contamina l’intera comunità dal punto di vista non solo economico, ma finanche politico e sociale. Avere le mani su cantieri e opere pubbliche si traduce, per le organizzazioni criminali, nella possibilità di assegnare numerosi posti di lavoro a chi ne ha bisogno, e di richiedere un voto di scambio al momento opportuno", si legge nella Relazione

Quanto ai motivi che determinerebbero questa maggiore permeabilità, l'Eurispes indica che "sono state individuate cinque criticità emergenti, con diversa scala di importanza: la rilevante presenza di risorse pubbliche nel settore; la despecializzazione tecnologica del settore, cioè la relativa semplicità operativa che presenta l’attività imprenditoriale nell’edilizia, che consente sia l’ingresso a soggetti non dotati di particolari competenze tecniche; l’esposizione diretta dei cantieri e dei beni aziendali sul territorio all’azione dei clan; la facilità di procedere a forme di riciclaggio di denaro sporco e/o di elusione fiscale tributaria; - le distorsioni nelle modalità di formazione dei prezzi dei fattori di produzione all’interno del comparto, tali da ricavare extra profitti non altrettanto facilmente realizzabili in altri ambienti".

1 anno fa
Autore
Luca Morazzano

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