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Ferrari e Ducati vincono ma auto e moto italiane arrancano

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Negli sporti motoristici l'Italia si fa valere ma sul mercato stradale le difficoltà sono tanti

La domenica appena trascorsa ha rappresentato l'ennesima giornata trionfale per l'Italia negli sport motoristici. La Ferrari in Formula 1 e la Ducati in Moto GP hanno piazzato i propri piloti davanti a tutti a bordo dei loro bolidi. La moto di Borgo Panigale guidata da Pecco Bagnai è finita davanti a tutti nel GP di Thailandia rimettendo il pilota toscano in corsa per il mondiale piloti e rafforzando la Ducati nel mondiale costruttori. Sainz primo e LeClerc terzo nel GP del MEssico hanno proiettato la Ferrari al secondo posto del mondiale costruttori riaprendo la lotta per il primato al Cavallino.

Ma se la pista ci dice che i mortori italiani girano forte, non altrettanto si può dire nelle strade di tutti i giorni. Ducati nelle moto e ancor di più Ferrari nelle auto, non sono certo marchi per il pubblico vasto. Le rosse di Maranello sono supercar di lusso destinate a pochi da sempre; poco meno le rosse Ducati per le due ruote.

Entrambe quindi, nonostante i successi, non muovono più di tanto il ercato dei grandi numeri che contraddistinguono le vendite di auto e moto. Vendite in cui l'Italia è sempre più marginale. Nelle moto, detto della stessa Ducati che non è certo una "moto di massa", marchi storici come Cagiva e Aprilia sono lontani dai festi di un tempo sia negli sport, quanto soprattutto nelle vendite di tutti i giorni.

Ancora peggio nelle auto dove Alfa è in contrazione evidente, Lancia segue i passi indietro di Fiat che tolte Panda e Punto, sta sparendo dal mercato nostrano a vantaggio di nuovi rampanti marchi provenienti dall'Oriente. C'è chi potrebbe obiettare l'exploit di DR, ma se si analizza il fenomeno del costruttore molisano, è facile vedere come il marchio importi di fatto le sue auto dall'estero quasi per intero per poi metterci logo e poco più sopra, prima di immettere le vetture sul mercato.

28 Ottobre
Autore
Luca Morazzano

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