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Gaza, accordo Israele-Hamas: primi ostaggi liberi domenica

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Sono tre donne che Hamas si è impegnato a liverare. Continuano però i raid israeliani

I primi ostaggi ancora a Gaza verranno rilasciati domenica, come da accordo, nonostante i ritardi nella firma del documento e nella sua approvazione da parte del governo. Lo chiarisce l'ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu, spiegando in una nota che appena l'accordo entrerà in vigore dopo l'ok del gabinetto di sicurezza e del governo, "il rilascio degli ostaggi potrà essere effettuato secondo lo schema pianificato". Quindi, tre donne in ostaggio saranno rilasciate domenica. Il gabinetto di sicurezza si sta riunendo ora e si prevede che l'intero governo si riunirà domani sera per approvare l'accordo.

Hamas comunicherà i nomi degli ostaggi che verranno rilasciati il giorno stesso in cui verranno consegnati alle autorità israeliane, quanto ha appreso intanto il quotidiano Haaretz. Anche l'ufficio del primo ministro israeliano ha chiarito che i nomi degli ostaggi israeliani verranno resi noti solo dopo che saranno consegnati alle Idf e le loro famiglie saranno informate.

Via libera nella notte, ora voto governo decisivo
L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato nella notte la firma dell'accordo con Hamas per una tregua e il rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza. L’accordo, annunciato mercoledì dai mediatori di Qatar, Stati Uniti e Egitto, vedrebbe una pausa nei combattimenti nella Striscia e porterebbe a partire da domenica al rilascio graduale degli ostaggi - 33 nella prima fase - e di centinaia di prigionieri palestinesi.

Netanyahu ha ordinato al gabinetto di sicurezza israeliano di riunirsi nella giornata di oggi per "approvare l'accordo sul cessate il fuoco", a seguire quindi il voto del governo. Le famiglie degli ostaggi, si spiega, sono state informate dei progressi mentre sono in corso i preparativi per accogliere l'arrivo dei rapiti. Il premier israeliano aveva ritardato il voto del governo per approvare l'accordo sullo stop ai combattimenti, previsto per ieri, accusando Hamas di cercare modifiche dell'ultimo minuto.

Governo Netanyahu in bilico
Netanyahu si trova intanto ad affrontare una grave crisi politica in vista del voto, dopo la reazione negativa da parte di alcuni membri della coalizione. Due partiti di estrema destra hanno minacciato di lasciare il governo se l'accordo dovesse andare in porto, una mossa che potrebbe essere il catalizzatore per la perdita della maggioranza del primo ministro in Parlamento, ricorda la Cnn.

Le fibrillazioni nel governo israeliano sono legate soprattutto al nome di Itamar Ben Gvir, leader del partito di estrema destra israeliano Otzma Yehudit e ministro della sicurezza nazionale. "Se l'accordo sarà approvato e attuato, presenteremo le nostre dimissioni e non faremo parte del governo", ha detto Ben Gvir.

"Questo accordo - ha poi dichiarato - vanificherà tutti i risultati che abbiamo garantito allo Stato di Israele", ha affermato quindi affermato aprendo il suo intervento davanti alla stampa. "L'accordo che sta prendendo forma è sconsiderato, e determinerà la fine della guerra in un momento in cui Hamas non è ancora stato sconfitto e noi non abbiamo raggiunto gli obiettivi della guerra".

La pressione Usa
Il leader israeliano sta anche affrontando da tempo pressioni internazionali per porre fine alla guerra a Gaza. E l'imminente ritorno al potere del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump non ha fatto altro che aumentare l’urgenza per il premier di concludere finalmente l’accordo.

"Guerra riprenderà dopo prima fase"
Le richieste del ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich al primo ministro Netanyahu, che Israele continui la guerra contro Hamas a Gaza una volta conclusa la prima fase dell'accordo e abbia il controllo sulla distribuzione degli aiuti umanitari, sono state accettate, riportano intanto i media israeliani, aggiungendo che Smotrich e il suo partito, il Sionismo religioso, voteranno contro l'accordo, ma rimarranno al governo.

17 Gennaio
Autore
Luciano Razzano

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