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Nello Stato dell’abdicare in cui popolo e politici si nascondono

Parlamento Italiano

La rielezione di Mattarella rappresenta l’ennesimo esempio di stortura della Costituzione italiana

L’Italia pare diventato lo Stato dell’abdicare senza bisogno che ci sia la monarchia. In Italia la monarchia c’è pure stata, ma grazie ad un referendum, dall’immediato dopoguerra, si è trasformata in una Repubblica. Ad abdicare infatti non sono i sovrani, ma il popolo e i suoi rappresentanti che a turno abdicano i rispettivi poteri.

Proviamo a spiegare l’affermazione partendo dalla definizione letteraria della parola abdicare:

Rinunciare volontariamente all'esercizio del potere”.

Fissato questo concetto, ripercorriamo la storia recente italiana per motivare l’affermazione di partenza.

L’attuale Presidente del Consiglio in Italia è Mario Draghi. Senza scendere troppo in particolari e in tecnicismi, il Presidente del Consiglio in Italia dovrebbe essere espressione politica dei partiti. Di che partito è Draghi? Nessuno. Draghi è un tecnico “prestato” alla politica, incaricato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per andare a colmare un vuoto in cui in parlamento non c’era una maggioranza in grado di esprimere il nome di un Presidente che potesse ottenere la fiducia.

Occorre una digressione per capire bene:

L'articolo 92 della Costituzione italiana disciplina la formazione del Governo con una formula semplice e concisa: "Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri".

Prima di assumere le funzioni, il Presidente del Consiglio e i Ministri devono prestare giuramento ed ottenere la fiducia dei due rami del Parlamento come prescritto dagli articoli 93 e 94 della Costituzione.

La fase preparatoria consiste nelle consultazioni che il Presidente svolge ascoltando i referenti dei vari partiti. Questo meccanismo viene attivato, ovviamente, ogni qualvolta si determini una crisi di governo per il venir meno del rapporto di fiducia o per le dimissioni del Governo in carica. Il conferimento dell'incarico può essere preceduto da un mandato esplorativo che si rende necessario quando le consultazioni non abbiano dato indicazioni significative.

L’incarico politico di formare il governo a Mario Draghi, costituisce quindi un’abdicazione che i partiti hanno fatto nel non riuscire loro ad indicare un nome e una maggioranza.

Prima ancora di ciò però, è stato il popolo ad abdicare ai partiti il diritto di scegliere i propri deputati. Con l’attuale sistema di legge elettorale, prima di entrare nella materia di ripartizione dei seggi, o del numero dei parlamentari, è bene precisare che dal “Porcellum” (legge elettorale approvata nel 2005 dal Governo Berlusconi) in poi, quando gli italiani vengono chiamati al voto, possono solo sbarrare il simbolo del partito o della coalizione che preferiscono ma nulla possono sulla ripartizione delle preferenze sui nomi degli eletti che fanno parte di una lista bloccata già preconfezionata dalle segreterie dei partiti.

E arriviamo quindi alla terza abdicazione che è quella cronologicamente più recente e riguarda l’elezione bis a Presidente della Repubblica di Sergio Mattarella.

Eletto all’ottava votazione con una maggioranza assoluta, tra le più nette di sempre, il Mattarella bis rappresenta una nuova sconfitta della politica intesa come parlamentari e partiti tutti, incapaci di trovare un nome su cui raccogliere un accordo.

E loro, i politici di professione, dovrebbero essere i depositari della scienza e tecnica, come teoria e prassi, che ha per oggetto la costituzione, l'organizzazione, l'amministrazione dello stato e la direzione della vita pubblica: la politica

2 anni fa
Autore
Luca Morazzano

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