La ghiandola pineale di Elon Musk
Impiantato Telepathy, il primo chip Neuralink che connette il cervello di un uomo al computer
È un annuncio che potrebbe davvero inaugurare una nuova era quello fatto da Elon Musk sul suo profilo di X. Il visionario sudafricano fondatore, amministratore delegato e direttore tecnico della compagnia aerospaziale SpaceX, fondatore di The Boring Company, cofondatore di Neuralink e OpenAI, amministratore delegato e product architect della multinazionale automobilistica Tesla,[5] proprietario e presidente di X ha infatti annunciato l’avvenuto impianto di un microchip su un cervello umano: “Il primo essere umano ha ricevuto un impianto da parte di Neuralink e si sta riprendendo bene. I risultati iniziali mostrano un promettente rilevamento di picchi neuronali”. Il prodotto, creato dalla Neuralink, start-up biotecnologica californiana, di cui Musk è co-fondatore, è uno dei chip di interfaccia cervello-computer cui lavora l’azienda e si chiama Telepathy L.'impianto, ha spiegato in un altro post, “consente di avere il controllo del telefono o del computer semplicemente pensando. I primi utilizzatori saranno le persone che hanno perso l'uso degli arti. Immaginate se Stephen Hawking potesse comunicare più velocemente di un dattilografo o di un banditore. Questo è l'obiettivo”.
Se la sperimentazione dovesse procedere senza intoppi, nel giro di poco tempo, potremmo trovarci di fronte all’ennesima accelerazione tecnologica pronta a trasformare in obsoleto tutto ciò che di hi-tech abbiamo davanti oggi.
Pensare a ciò che l’unione tra realtà virtuale (metaverso), Intelligenza Artificiale (AI) e Telephaty, può rappresentare, apre orizzonti inimmaginabili tecnologici fino ai mesi scorsi.
Il chip potrebbe infatti rappresentare il passo di congiunzione tra reale e virtuale che fino ad oggi mancava, un po' come la ghiandola pineale di Platone per spiegare la connessione tra anima e corpo.
Ognuno potrà di fatto crearsi la realtà che preferisce? Ma che significa ciò? Beh, questo è tutto un altro discorso, senza contare che poi ognuno di noi potrebbe a quel punto essere soggetto ad un attacco hacker.
Se la sperimentazione dovesse procedere senza intoppi, nel giro di poco tempo, potremmo trovarci di fronte all’ennesima accelerazione tecnologica pronta a trasformare in obsoleto tutto ciò che di hi-tech abbiamo davanti oggi.
Pensare a ciò che l’unione tra realtà virtuale (metaverso), Intelligenza Artificiale (AI) e Telephaty, può rappresentare, apre orizzonti inimmaginabili tecnologici fino ai mesi scorsi.
Il chip potrebbe infatti rappresentare il passo di congiunzione tra reale e virtuale che fino ad oggi mancava, un po' come la ghiandola pineale di Platone per spiegare la connessione tra anima e corpo.
Ognuno potrà di fatto crearsi la realtà che preferisce? Ma che significa ciò? Beh, questo è tutto un altro discorso, senza contare che poi ognuno di noi potrebbe a quel punto essere soggetto ad un attacco hacker.
30 Gennaio
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