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A Venezia si parla di intelligenza artificiale e progettazione

New Eu Bauhaus

Gli Architetti ragionano sul ruolo del digitale e artificiale come estensione della creatività progettuale umana

Non per forza una sfida, bensì una compartecipazione al servizio; è questo il rapporto corretto che l’uomo deve instaurare con le potenzialità conferite dallo sviluppo tecnologico soprattutto per quanto riguarda l’intelligenza artificiale. Ne sono convinci quelli del Consiglio Nazionale degli Architetti che vedono proprio nell’intelligenza artificiale un potenziamento di quella che è la caratteristica pregnante umana, ovvero la creatività e la progettazione.

Francesco Miceli, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC), intervenendo a Venezia nel corso della Conferenza internazionale “New Eu, Bauhaus: High Quality design vs high digit design?”.

“Il New European Bauhaus, con il suo significativo riconoscimento del ruolo della nostra professione, ci coinvolge direttamente nel progetto di riunificazione tra i “saperi”: quelli della tecnologia e scienza da una parte e quello della cultura umanista e dell’arte dall’altra. Siamo convinti che la riunificazione dei “saperi” sia una tappa importante per accrescere la centralità del progetto e sperimentare nuove idee e nuovi strumenti, con riferimento a quelli che derivano dall’innovazione tecnologica e dalla intelligenza artificiale. L’innovazione tecnologica dovrà preservare la centralità dell’uomo e la sua espressione creativa. Bisogna conciliare l’automazione e la digitalizzazione del progetto con il processo intellettuale e creativo per rispondere alla necessità del salto di qualità indispensabile per il raggiungimento degli obiettivi 2050 in cui l'Europa dovrà essere neutra verso il clima, economicamente competitiva, socialmente inclusiva ed aver compiuto la transizione digitale”.

Sui temi di più stretta attualità Miceli ha sottolineato che “il Next Generation EU e l’Agenda europea assegnano un ruolo fondamentale alla cultura architettonica nel prefigurare il futuro delle nostre città. L’architettura è parte integrante della vita di tutti per il suo valore aggiunto in termini sociali e di interesse pubblico. Servono, quindi, regole e procedure per sostenere la qualità del progetto senza la quale non potremo sviluppare concretamente alcuna ipotesi sul futuro delle città, per la qualità dell’ambiente, la difesa del paesaggio. In altri termini bisogna interrogarsi su come costruiremo comunità resilienti e come la digitalizzazione e l’innovazione tecnologica possano aiutare a costruire un futuro possibile”.

“Ritengo che nel nostro Paese - ha concluso - bisogna fare delle scelte coerenti in merito alla centralità del progetto che non può essere garantita attraverso modalità non rispondenti all’obiettivo che si vuole raggiungere. Riproporre, per esempio, l’appalto integrato per la realizzazione del PNRR è una modalità sbagliata che non tiene conto del valore e della centralità del progetto e non garantisce, né la qualità dell'esecuzione dell'opera, né i tempi celeri di realizzazione. Riteniamo che nelle opere pubbliche a valenza architettonica sia necessario mantenere la giusta separazione tra ruolo dei progettisti e quello delle imprese per assicurare un risultato di qualità”.

 

3 anni fa
Autore
Luca Morazzano

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