L'IA per prevenire l'emergenze sicurezza durante il Giubileo
Secondo Lamanna di Polis Consulting un software può prevedere le reazioni della folla
Celebrazioni liturgiche e visite culturali, ma anche concerti musicali, festival e processioni tra piazze e strade, o una manifestazione sportiva che richiama un grande pubblico, turisti in fila per un museo o la visita di una Basilica. Sono scenari abituali per chi vive in grandi città di richiamo, e lo saranno sempre di più per la Roma del Giubileo. Eventi e circostanze che sono anche, come a volte la cronaca ci ha raccontato, situazioni in cui un incidente, un incendio o un imprevisto qualsiasi possono scatenare panico tra la folla. Tutto questo si può studiare, tecnologia alla mano, e soprattutto si può prevenire con l'ingegneria e un software 'previsionale'.
"Per prevenire un'emergenza bisogna studiare tutto il perimetro delle attività dell'evento, valutarne i dettagli. Dove ci sono grandi folle anche i luoghi più nascosti e ristretti possono nascondere i problemi. Per pianificare l'esodo in emergenza si fa una scansione totale di tutto il contenitore, nella mappatura ci focalizziamo sulle vie di uscita tenendo a mente i punti di stazionamento del pubblico. Siamo dei 'premonitori' e prevedere il comportamento delle masse non è facile, ma abbiamo degli strumenti: potenti software di calcolo che ci consentono di simulare cosa potrebbero fare le persone trattandoli come puntini in spazi digitali e appunto i loro comportamenti in situazioni di emergenza. Stiamo seguendo una serie di attività su questo proprio in vista a Roma del Giubileo". Benedetto Lamanna, ingegnere e senior partner di Polis Consulting - azienda che sta tracciando nuovi percorsi tra ingegneria, sicurezza e architettura per ridisegnare spazi urbani e luoghi pubblici dedicati a grandi eventi e manifestazioni – ha raccontato alla Dire questa nuova branca dell'ingegneria che insieme a tecnologia e nuovi software riesce a rispondere alle nuove e crescenti esigenze della sicurezza pubblica con un metodo veloce e innovativo in cui la parola chiave è pianificare.
La matematica attraverso specifici modelli di calcolo ci aiuta a studiare le evacuazioni. "Per rappresentare i processi decisionali impiegati negli scenari di evacuazione esistono diversi modelli matematici- spiega ancora l'ingegnere- che possono essere posti alla base delle simulazioni. La scelta del modello più adatto è eseguita dal professionista, in funzione dello scenario specifico che deve essere valutato, e degli obiettivi di sicurezza che devono essere analizzati. Il modello matematico consente di simulare il comportamento delle persone esposte o di simulare lo spostamento degli occupanti da un certo punto a un altro (un luogo sicuro). I modelli agent-based sono basati sul comportamento e possono essere ulteriormente distinti in base ai sistemi comportamentali adottati (ad esempio la scelta del percorso più breve, quella del percorso più libero, ecc..). Il fattore comportamentale è sempre influenzato dalle caratteristiche della popolazione e dalla geometria considerata", ha spiegato.
Appassionarsi a questo mondo e a questa novità "è stata quasi una casualità- ha ammesso- Oggi mi occupo di grandi eventi, sono membro di commissioni istituzionali specializzate per valutare la sicurezza del pubblico . La normativa sulla sicurezza è in continua evoluzione- ha spiegato Lamanna- anche perché di pari passo con l'innovazione tecnologica".
Parliamo quindi di folle, diverso è "il comportamento dettato da panico del 'singolo' o di 'pochi' che non rientra tra gli obiettivi di interesse degli scenari di evacuazione", dunque è fuori da questo calcolo previsionale per esempio lo scenario terroristico. "E' possibile comunque fare delle simulazioni per trasposizione, cioè rispetto a dei possibili scenari di danno- ha spiegato Lamanna- e dei sistemi di esodo effettivamente disponibili in seguito all'evento terroristico".
"Fondamentale è mappare, visualizzare i possibili scenari, ma questa previsione non è solo demandata ai software", è stata la sua raccomandazione. "Serve l'esperienza umana e la competenza in materia di sicurezza ed emergenza: l'uomo- ha ribadito- deve poter abbinare la propria capacità e competenza all'impostazione del software". E' così che si può prevedere al meglio cosa succede nel momento dell'emergenza, in quell'imprevisto che 'va pensato e pianificato' e che tutto può cambiare e a cui le folle rispondono seguendo, a quanto pare, precise linee comportamentali e un calcolo che una nuova ingegneria può trasformare in un vademecum di sicurezza per tutti.
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