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La scrittrice Kostioukovitch: 'pericoloso essere oggettivi'

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I dissidenti? "Siamo noi, quando andiamo nei talk show, dove per inerzia si continuano a nutrire certe simpatie e a difendere il mito ormai compromesso"

I dissidenti? "Siamo noi, quando andiamo nei talk show, in televisione, dove per inerzia si continuano a nutrire certe simpatie e a difendere il mito ormai compromesso", ha affermato la scrittrice ed esponente di Memorial Italia Elena Kostioukovitch, provocatoriamente, ma sollevando un problema reale, in un incontro organizzato in Senato nel pomeriggio di ieri.

"Non bisogna accettare sempre la prevalenza morale degli ucraini, ma almeno partire da questo dato. Questo desiderio di essere oggettivi nel giornalismo di oggi, in televisione e sui giornali, è pericoloso. 'Dice Mosca', 'dice Peskov'. Ma chi se ne frega. Peskov apre bocca solo per dire bugie. Le motivazioni, le abbiamo già analizzate. Ora ne siamo certi. Certe dichiarazioni possono essere prese in partenza come bugie, come pericolose", incalza.

I lunghi dibattiti dei media quindi "sono inutili". E' inutile chiedersi se gli ucraini possano o meno aver fatto esplodere la diga di Kakhovka, solo per fare l'esempio più recente. "Bisogna avere fiducia morale nell'Ucraina per quello che ha fatto in questi ultimi mesi. Quello che ha fatto la Russia invece, gli ucraini non avrebbero potuto farlo. Gli ucraini non avrebbero potuto annientare il loro territorio, compromettendo la salute alimentare del sud del mondo, gli ucraini non fanno certe cose", sottolinea Kostioukovitch.

"Dei russi non possiamo fidarci per default", aggiunge la scrittrice, autrice del libro uscito per la Nave di Teseo lo scorso anno "Nella mente di Vladimir Putin", che ieri ha accostato al testo di Umberto Eco - di cui Kostoukovitch è stata la traduttrice - "Quale verità?", per rispondere, "non il mito dell'Unione sovietica, è più complicato. E' in atto una specie di fascismo magico", "lo schema del tiranno che ha perso le staffe e pensa che tutto gli è permesso e che agisce molto bene sul popolo che si fa incantare.

"A noi qui tocca fare lo stesso lavoro che facevano i dissidenti in Unione sovietica, analizzare la situazione, anche con il rischio di risultare antipatici, lavorare contro l'inerzia della percezione, contro l'abitudine, afferma inoltre, denunciando i "titoli spaventosi" che i giornali italiani continuano a fare, "con chiare bugie".

 

1 anno fa
Autore
Pasquale Lattarulo

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