Caro Bieber, non cantare per i carnefici al GP
Lettera di Hatice Cengiz, fidanzata del giornalista Kashoggi, che chiede di denunciare il principe arabo Mbs durante il prossimo GP di Formula Uno
Lo sport parla sempre di più a livello mondiale la lingua della penisola arabica. Forte dei suoi petrodollari, la penisola ha attratto a sé con sempre maggiore energia le tante discipline sportive, dal calcio al tennis passando per i motori. E nel momento più critico per via della pandemia da Covid-19 la penisola dà lo start ai Gran Premi di motociclismo e automobilismo: addirittura il 28 marzo in concomitanza le moto in Qatar e le auto in Bahrein, col bis sulle due ruote la settimana successiva sempre dalle parti di Doha. Senza dimenticare che a dicembre ci sono le tappe delle auto ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti, e in Arabia Saudita.
Ma vediamo come lo sport è stato attratto negli ultimi anni nella penisola arabica. O meglio dall’Arabia Saudita. Così ci poniamo diverse domande: lo sport è veicolo di libertà civili? L’Arabia Saudita scommette sulle discipline sportive per aprirsi all’Occidente o sono soltanto manovre economiche? Dal tragico caso Khashoggi al rally Dakar fino ai Mondiali di calcio a dicembre 2022 in Qatar, altro Paese della penisola arabica, che se andiamo a spulciare presenta un numero di morti scandaloso per la costruzione degli stadi dove si svolgeranno le partite di calcio. La OIL, l’organizzazione internazionale del lavoro, in un rapporto ha rilevato come nel solo 2020 ci siano stati 50 morti e 500 feriti gravi durante i lavori agli impianti che ospiteranno le partite del Mondiale.
Ma andiamo con ordine. E qualche interrogativo poniamocelo. Lo sport è sport e non deve interessarsi dei diritti umani. Quante volte abbiamo ascoltato questa lezione di ipocrisia? Anni fa ricordo un’intervista di Maradona che blaterava che il calcio era una franchigia delle emozioni, dove si nasconde ancora oggi il bambino che è in noi. Certo, Diego Armando, il più grande calciatore di tutti i tempi, essendo argentino ricordava la frase iconica del connazionale Jorge Luis Borges che la poesia del calcio rinasce ogni volta che un bambino prende a calci un pallone. Verdad. Come è vero che Maradona ha costruito il suo più leggendario successo sportivo in 5 minuti, annientando con un robo e col gol del siglo i nemici di sempre, i malditos ingles, rivendicando prima, dopo e durante e nei secoli dei secoli le isole Falkland/Malvinas. Resta una lezione di ipocrisia perché i calciatori, o meglio gli assi dello sport, hanno una cassa di risonanza maggiore rispetto a quello che dicono, tra sdolcinate smancerie postate sui social con la bellona siliconata di turno e tra denunce sociali. Ecco, allora, che un evento sportivo stavolta può essere il passepartout per denunciare abusi, orrori, storture, imponendoci di non voltarci dall’altra parte, perché se siamo i primi a ribellarci per un vaccino indotto è altrettanto sacrosanto urlare (sì, cari No Vax, ce l’ho con voi, tanto apparteniamo tutti allo stesso ceppo e siamo tutti sotto lo stesso cielo). L’evento è il prossimo GP di Formula 1 che si terrà il 5 dicembre in Arabia Saudita, denunciato da Hatice Cengiz, futura moglie del giornalista Jamal Kashoggi, trucidato e macellato all’interno dell’ambasciata saudita per ordine (pare) del principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman. E questo è il caso, da utilizzare come strumento di denuncia da parte del cantante Justin Bieber, invitato dalla stessa Hatice a non esibirsi sul palco per aprire l’evento motoristico.
“Ti scrivo per chiederti un favore: cancella la tua performance. È un’opportunità unica per far capire al mondo che il tuo nome e il tuo talento non saranno usati per riabilitare un regime che uccide i suoi oppositori” scrive Cengiz rivolgendosi direttamente alla popstar tramite una lettera pubblicata sul Washington Post.
“Qualche anno fa il mio fidanzato, il giornalista ed editorialista del Post Jamal Khashoggi, entrava al consolato saudita di Istanbul credendo di andare a ritirare dei documenti per il nostro matrimonio. Invece fu ammazzato su ordine del principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman” continua la lettera. La donna si rivolge a Bibier, ma l’artista non è il solo che prenderà parte allo show, essendo stati coinvolti anche A$AP Rocky, Jason Derulo, David Guetta e Tiesto.
La donna dissipa ogni dubbio sul mandante del brutale omicidio, lo mette nero su bianco, ricordando che il 16 novembre 2018 la Cia ha concluso la sua indagine indicando in Mohammad bin Salman il mandante dell’assassinio di Khashoggi: “Sappi che l’invito a partecipare all’evento arriva direttamente da MBS, così è conosciuto il principe ereditario nel suo Paese: in Arabia Saudita non accade nulla senza il suo consenso e di certo non un evento così importante ed eclatante come questo”, come per dissipare ogni dubbio su chi è l’artefice di questo evento di facciata che mostra un mondo di zaffiri e petrolio dietro cui c’è violenza, sopraffazione, diritti elementari calpestati, disprezzo per la vita umana, avidità e grettezza.
La vicenda di Jamal Kashoggi
Jamal Khashoggi è stato un giornalista attivo su varie testate saudite, lasciò l'Arabia Saudita nel settembre 2017 imponendosi l’esilio per l’ostracismo da parte del governo nei suoi confronti, date le forti critiche che esprimeva al principe ereditario dell'Arabia Saudita, Mohamed bin Salman, e del re del paese, Il 2 ottobre 2018, Khashoggi entrò nel consolato dell'Arabia Saudita a Istanbul per ottenere documenti relativi al suo matrimonio, ma non lasciò mai l'edificio e fu successivamente dichiarato persona scomparsa.
Mentre il governo saudita affermava che Khashoggi aveva lasciato il consolato vivo attraverso un ingresso posteriore, le ricerche della polizia turca non sono mai state suffragate finché una fonte anonima ha affermato che sia stato ucciso e squartato all'interno del consolato. Il 15 ottobre ebbe luogo un'ispezione nel consolato da parte dei funzionari turchi, che trovarono prove di manomissioni che hanno avvalorato la tesi che Khashoggi sia stato ucciso. Il 19 ottobre la TV di stato saudita confermò la morte di Khashoggi, avvenuta a seguito di un "diverbio" presso il consolato di Istanbul.
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