Norme UE per la transizione ecologica in edilizia
Il recepimento nazionale dovrà declinare gli obiettivi ambiziosi fissati nella normativa e stabilire le scadenze e gli step
La nuova Direttiva sulla prestazione energetica (Direttiva UE 2024/1275), approvata dopo accese discussioni, pone obiettivi ambiziosi che dovranno essere meglio declinati nel recepimento nazionale da attuare “tenendo conto delle specificità di ciascun paese”
Nel paper appositamente realizzato, sono richiamati gli aspetti salienti della nuova Direttiva esaminati rispetto alla odierna consapevolezza di dovere approcciare la decarbonizzazione degli edifici all'interno di una più ampia transizione ecologica dell'ambiente costruito.
Sono poi indicati gli elementi rilevanti che dovrebbero guidare le scelte che il legislatore italiano sarà chiamato a compiere in rese di recepimento della Direttiva.
L'attenzione posta dall'Unione europea rispetto al terna dell'efficienza energetica del suo stock immobiliare é motivata dalla rilevanza dei consumi energetici realizzati negli edifici, che rappresenta il 100% dell'energia consumata in Europa (di questi circa 1'8. per riscaldamento, raffrescamento ed acqua calda) e sono responsabili per circa 1/3 delle emissioni climalteranti derivanti dall'energia.
Gli edifici presenti nei vari stati dell’UE rappresentano il 40% del consumo di energia finale e il 36% delle emissioni di gas a effetto serra legate all’energia.
La Direttiva 2010/31/EU, nota come EPBD (acronimo di Energy Performance of Buildings Directive), è il principale strumento legislativo per promuovere il rendimento energetico degli edifici nella UE. Con l’obiettivo di allinearne i contenuti agli ambiziosi obiettivi fissati dal Green Deal europeo la Commissione europea nel dicembre 2021 ha proposto una sua ulteriore revisione. Alla fine di un lungo iter legislativo il Parlamento europeo ed il Consiglio hanno raggiunto un’intesa approvando il testo, ora definito EPBD4, che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale UE l’8 maggio scorso, come Direttiva (UE) 2024/1275
Gli obiettivi della nuova direttiva EPBD4
La revisione della direttiva concordata a livello europeo punta a elevare significativamente le performance energetiche degli edifici e a ridurre la dipendenza da fonti fossili.
Ora sarà compito degli Stati membri procedere al recepimento della Direttiva (con adozione entro il maggio del 2026), in funzione delle condizioni specifiche di ciascun Paese, per il raggiungimento dei seguenti obiettivi:
? per le NUOVE COSTRUZIONI (Art. 7 - EPBD4), gli Stati membri dovranno provvedere al raggiungimento dell’obiettivo “emissioni zero”:
Per gli edifici pubblici per tutti gli altri edifici entro il 1° gennaio 2028 entro il 1° gennaio 2030
? per gli EDIFICI ESISTENTI (Artt. 8 e 9 - EPBD4), che rappresentano il maggior potenziale in termini di riduzione di consumo energetico (con il 75% degli immobili inefficienti), sono fissate soglie minime (in termini percentuali) del costruito da efficientare energeticamente:
16% entro il 2030; 20-22% entro il 2035. Il 55% della riduzione energetica dovrà essere conseguito mediante la ristrutturazione degli edifici con le prestazioni peggiori. Per gli altri edifici il consumo energetico dovrà calare del 16% entro il 2030 e del 26% entro il 2033.
La neutralità climatica è prevista poi al 2050 per l’intero patrimonio costruito
Nel paper appositamente realizzato, sono richiamati gli aspetti salienti della nuova Direttiva esaminati rispetto alla odierna consapevolezza di dovere approcciare la decarbonizzazione degli edifici all'interno di una più ampia transizione ecologica dell'ambiente costruito.
Sono poi indicati gli elementi rilevanti che dovrebbero guidare le scelte che il legislatore italiano sarà chiamato a compiere in rese di recepimento della Direttiva.
L'attenzione posta dall'Unione europea rispetto al terna dell'efficienza energetica del suo stock immobiliare é motivata dalla rilevanza dei consumi energetici realizzati negli edifici, che rappresenta il 100% dell'energia consumata in Europa (di questi circa 1'8. per riscaldamento, raffrescamento ed acqua calda) e sono responsabili per circa 1/3 delle emissioni climalteranti derivanti dall'energia.
Gli edifici presenti nei vari stati dell’UE rappresentano il 40% del consumo di energia finale e il 36% delle emissioni di gas a effetto serra legate all’energia.
La Direttiva 2010/31/EU, nota come EPBD (acronimo di Energy Performance of Buildings Directive), è il principale strumento legislativo per promuovere il rendimento energetico degli edifici nella UE. Con l’obiettivo di allinearne i contenuti agli ambiziosi obiettivi fissati dal Green Deal europeo la Commissione europea nel dicembre 2021 ha proposto una sua ulteriore revisione. Alla fine di un lungo iter legislativo il Parlamento europeo ed il Consiglio hanno raggiunto un’intesa approvando il testo, ora definito EPBD4, che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale UE l’8 maggio scorso, come Direttiva (UE) 2024/1275
Gli obiettivi della nuova direttiva EPBD4
La revisione della direttiva concordata a livello europeo punta a elevare significativamente le performance energetiche degli edifici e a ridurre la dipendenza da fonti fossili.
Ora sarà compito degli Stati membri procedere al recepimento della Direttiva (con adozione entro il maggio del 2026), in funzione delle condizioni specifiche di ciascun Paese, per il raggiungimento dei seguenti obiettivi:
? per le NUOVE COSTRUZIONI (Art. 7 - EPBD4), gli Stati membri dovranno provvedere al raggiungimento dell’obiettivo “emissioni zero”:
Per gli edifici pubblici per tutti gli altri edifici entro il 1° gennaio 2028 entro il 1° gennaio 2030
? per gli EDIFICI ESISTENTI (Artt. 8 e 9 - EPBD4), che rappresentano il maggior potenziale in termini di riduzione di consumo energetico (con il 75% degli immobili inefficienti), sono fissate soglie minime (in termini percentuali) del costruito da efficientare energeticamente:
16% entro il 2030; 20-22% entro il 2035. Il 55% della riduzione energetica dovrà essere conseguito mediante la ristrutturazione degli edifici con le prestazioni peggiori. Per gli altri edifici il consumo energetico dovrà calare del 16% entro il 2030 e del 26% entro il 2033.
La neutralità climatica è prevista poi al 2050 per l’intero patrimonio costruito
21 Giugno
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