Contratti pubblici, RPT promuove la nuova legge delega
La Rete Professioni Tecniche sottolinea come il testo riprenda molte delle sue proposte presentate nel corso degli anni
I delgati di Rete Professioni Tecniche, ascoltati in audizione presso l’8ª Commissione Ambiente, Territorio, Lavori pubblici della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame della Delega al Governo in materia di contratti pubblici hanno espresso la propria condivisione per il progetto di riforma presentato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili. Viene considera primaria la necessità di adeguare il settore dei contratti pubblici all’evoluzione della giurisprudenza nazionale ed eurocomunitaria e soprattutto alle recenti esigenze di semplificazione e accelerazione delle procedure. Inoltre, essa risponde alla necessità di risolvere i problemi applicativi posti dal D.Lgs. 50/2016 che, allo stato attuale, risulta poco organico, estremamente fluido ed in continuo divenire.
La RPT, in particolare ha giudicato molto positivamente lo scopo della delega che è quello di garantire alla disciplina codicistica semplicità e chiarezza, limitando l’eccessivo ricorso alla normativa regolamentare.
Nell’occasione l’organismo che rappresenta i professionisti tecnici italiani ha tenuto a sottolineare come molti dei principi e dei criteri direttivi enunciati all’art. 1, co. 2, della Legge di Delega richiamano direttamente le proposte formulate dalla RPT nel corso degli ultimi anni. Tra queste, in particolare: divieto di gold plating - stretta aderenza alle direttive europee mediante introduzione o mantenimento di livelli di regolazione minimi previsti dalle direttive; ridefinizione della qualificazione delle stazioni appaltanti mirando alla riduzione numerica delle stesse mediante incentivi all’utilizzo di centrali di committenza; semplificazione delle procedure sottosoglia; semplificazione normativa in merito a programmazione e localizzazione delle opere, nonché del dibattito pubblico; semplificazione procedure di approvazione dei progetti per opere pubbliche attraverso lo snellimento dei livelli di progettazione e la razionalizzazione della composizione dell’attività del CSLP; semplificazione del sistema di qualificazione generale degli operatori, valorizzando competenze tecniche e professionali; individuazione di ipotesi in cui le stazioni appaltanti possono ricorrere ad automatismo nella valutazione delle offerte ai fini dell’utilizzo del criterio del prezzo più basso; definizione dell’affidamento congiunto della progettazione ed esecuzione lavori; estensione metodi di risoluzione alternative delle controversie, anche in fase esecutiva.
Tuttavia, il provvedimento necessita di ulteriori modifiche e miglioramenti. A tal fine la RPT ha presentato una serie di emendamenti che mirano al raggiungimento di obiettivi specifici.
Il primo è quello dell’affermazione della centralità del progetto. Si ricorda, infatti, che attualmente in Italia l’incidenza dei costi dei servizi tecnici sul costo totale dell’opera risulta del 17,4%, contro una media europea ben al di sopra del 20%. Lo stesso fatturato italiano del comparto dei Servizi di ingegneria e architettura risulta essere più basso della media europea (13,9% contro i 18,3%). A fronte di tutto questo, i costi e i tempi di realizzazione delle opere nel nostro Paese sono più alti della media europea. Serve, quindi, una semplificazione ed armonizzazione delle norme in materia di affidamenti appalti pubblici e concessioni e nello specifico: introdurre all'interno del codice dei contratti una disciplina specifica relativa ai servizi di architettura e ingegneria; valorizzare la qualità del progetto e la contestuale autonomia del progettista rispetto all’impresa esecutrice lavori; definire i casi in cui è possibile ricorrere all’affidamento congiunto della progettazione e dell’esecuzione dei lavori, limitando il ricorso all’Appalto Integrato ai soli casi in cui può essere utile l’apporto dell’impresa nella fase progettuale esecutiva, limitandone il ricorso a lavori caratterizzati da notevole e complesso contenuto tecnologico il cui valore superi il 70% dell'importo totale dell'opera; favorire la promozione di procedure di selezione per l’affidamento dei Sia e di altri servizi tecnici che puntino non più su elementi quantitativi come la riduzione del tempo e del prezzo; prevedere l’istituzione di un fondo per le fasi preliminari alla progettazione, i successivi livelli di progettazione e il controllo dell'opera; prevedere misure tese a contenere il ricorso alle varianti del progetto in corso d’opera.
Altro importante obiettivo è la semplificazione normativa che va realizzata attraverso i seguenti punti: eliminare ogni forma di regolamentazione superiore ai livelli minimi previsti dalle direttive europee; razionalizzare il quadro normativo in materia di appalti pubblici e concessioni, con spiccato riferimento alle procedure sottosoglia; snellire le procedure per l’accesso ai finanziamenti, al fine di promuovere la più ampia partecipazione delle PPAA ai bandi, consentendo l’ammissione ai finanziamenti con il Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica; utilizzare i professionisti ordinistici nell’emissione dei pareri sui progetti, nella logica della sussidiarietà.
Serve poi ridurre il contenzioso amministrativo. In questa direzione gli emendamenti della RPT si propongono di: prevedere nella realizzazione del quadro normativo delle procedure di affidamenti di appalti pubblici e concessioni l’impossibilità di ritardare o rinviare la stipula del contratto e di sospendere l’esecuzione delle opere, fatta eccezione per motivi legati a norme penali ed antimafia; estendere ai contratti di appalti e concessioni sotto soglia fino a 1 milione di euro l’obbligo della costituzione del collegio consultivo tecnico anche in fase antecedente alla esecuzione del contratto come strumento istituito con funzioni di assistenza per la rapida risoluzione delle controversie o delle dispute tecniche di ogni natura suscettibili di insorgere nel corso dell’esecuzione del contratto stesso.
Infine, la RPT ritiene necessario pervenire ad una maggiore apertura del mercato, attraverso le seguenti direzioni di intervento: prevedere nella revisione del sistema di qualificazione degli operatori economici l’eliminazione di requisiti di qualsiasi natura che si basano su limitazioni temporali; migliorare le condizioni di accesso al mercato degli appalti pubblici e delle concessioni degli operatori economici di piccole e medie dimensioni evitando il ricorso ad ingiustificati requisiti quantitativi e promuovendo la divisione in lotti funzionali e prestazionali.
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