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Attesa per oggi la sentenza per Filippo Turetta

Filippo Turetta reo confesso di Giulia Cecchettin

Si conclude oggi il processo per l'assassinio di Giulia Cecchettin

Filippo Turetta e Gino Cecchettin sono entrambi presenti in aula dove sta per iniziare l’ultima udienza, davanti alla corte d’Assise di Venezia, del processo per l’omicidio di Giulia, 22 anni, uccisa con 75 coltellate dall’ex fidanzato. Per la seconda volta, dopo il 25 ottobre quando l’imputato è stato interrogato per ore, senza mai incrociare lo sguardo dell’uomo a cui ha ucciso la figlia, i due sono nella stessa piccola aula, a pochi passi di distanza.

Turetta è in prima fila, tra i suoi difensori, mentre Gino Cecchettin siede dalla parte opposta in seconda fila. Presenti, come parti civili anche lo zio paterno Alessio e la nonna Carla Gatto, assenti in aula (come per tutto il processo) i fratelli Elena e Davide. L’imputato non farà dichiarazioni spontanee prima che i giudici si ritirino in camera di consiglio per decidere la sentenza.  

 

Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta, stringe la mano a Gino Cecchettin, papà della vittima Giulia, pochi minuti prima dell’ultima udienza - davanti alla corte d’Assise di Venezia - del processo che vede alla sbarra il giovane per l’omicidio dell’ex fidanzata. Un gesto per spegnere le polemiche nate dopo l’arringa dell’avvocato, parole che avevano offeso papà Gino. La stretta di mano è stata replicata anche con la nonna, la signora Carla Gatto. “La capisco umanamente, ma il mio lavoro non è facile” le parole pronunciate a bassa voce dal legale Caruso.

Nessuna replica e così i giudici della corte d’Assise di Venezia si sono ritirati in camera di consiglio per decidere sul destino di Filippo Turetta, a processo per omicidio aggravato, sequestro di persona e occultamento di cadavere dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, 22 anni di Vigonovo (Padova) uccisa, con 75 coltellate, la sera dell’11 novembre 2023. “La sentenza non ci sarà prima delle ore 15” è l’indicazione del giudice togato Stefano Manduzio che presiede la corte.

Nella sua requisitoria il pm Andrea Petroni ha chiesto l’ergastolo per l’imputato, mentre la difesa, rappresentata dagli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, ha chiesto di escludere le aggravanti (premeditazione, crudeltà e atti persecutori), di tener conto della giovane età e dall’assenza di precedenti e di non condannarlo al fine pena mai. 

3 Dicembre
Autore
Redazione

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