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Infortuni: cresce l'attesa per l'avvio Patente a Crediti

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Misura necessaria a favorire la sicurezza: nel 2024 in edilizia decessi aumentati

Per timore di una 'figuraccia' con la possibilità che il click day di martedì 1° ottobre mandi in tilt il portale dove almeno 830mila imprese del comparto casa dovranno presentare digitalmente la domanda per la patente a crediti, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) è corso ai ripari. Lo segnala la Cgia di Mestre spiegando che l'ispettorato ha concesso ai richiedenti un’altra opportunità : da martedì scorso, infatti, le aziende interessate possono inviare un’autocertificazione per mezzo Pec che, per tutto il mese di ottobre, costituirà una modalità alternativa all’inserimento della domanda nel portale dell’INL. Operazione, quest’ultima, che comunque dovrà essere eseguita entro la fine del prossimo mese, pena l’impossibilità da parte degli operatori di questo comparto di continuare a lavorare nei cantieri temporanei o mobili a partire dal 1° novembre. Ma - denuncia la Cia - la conseguenza molto fastidiosa è che per tante aziende e altrettanti lavoratori autonomi la richiesta della patente a crediti dovrà essere fatta due volte.

Non si tratta - ammette l'associazione - di uno sforzo titanico, ma "ci troviamo di fronte all’ennesima impreparazione della Pubblica Amministrazione che, nonostante abbia avuto cinque mesi di tempo per 'organizzare' il servizio, continua a scaricare sugli utenti la propria imperizia". Peraltro "va ricordato che il ministero del Lavoro, conscio del ritardo maturato negli ultimi due mesi, ha comunque deciso di non concedere la proroga all’entrata in vigore del nuovo provvedimento". In secondo luogo "va sottolineato che alle aziende viene chiesto di certificare il possesso di requisiti che gli enti preposti (Camera di Commercio, Inps, Agenzia delle Entrate, etc.), dispongono già".

Più in generale, comunque, la Cgia "è convinta che con questo nuovo strumento difficilmente si riuscirà a ridurre drasticamente l’elevato numero di infortuni e di morti bianche che, purtroppo, caratterizzano il settore delle costruzioni". Per contrastare queste tragedie - spiega l'associazione - "bisognerebbe aumentare sensibilmente il numero dei controlli ed eseguirli con più efficacia". L’attività ispettiva, infatti, dovrebbe privilegiare i profili sostanziali di sicurezza e di salute nei cantieri, anziché soffermarsi, come spesso accade oggi, sugli aspetti formali privi di alcuna valenza preventiva.

Il tutto a fronte di un bilancio che nei primi 7 mesi del 2024 rispetto allo spesso periodo del 2023 vede le denunce di infortunio nel settore delle costruzioni aumentate di 2.825 unità a 21.552 (+15,1 per cento). A livello regionale, le variazioni di crescita più importanti hanno interessato l’Umbria (+25,1 per cento), la Campania (+24,2 per cento), la Sardegna (+23,3 per cento) e la Liguria (+21,3 per cento).

Per quanto concerne le denunce con esito mortale sempre nel settore delle costruzioni, nella prima parte del 2023 sono state 58, quest’anno 79 (variazione assoluta +21). In valore assoluto le regioni più interessate da questi drammi sono state la Lombardia e la Sicilia, ognuna con 10 decessi.

In Italia peraltro ci sono oltre mille morti sul lavoro e quasi 600mila infortuni all’anno e nei primi mesi di quest’anno la situazione è peggiorata. Tra gennaio e luglio il numero totale dei decessi avvenuti in tutti i luoghi di lavoro presenti nel Paese ha interessato 577 persone, 18 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’area metropolitana di Roma è il territorio più interessato dalle morti; se nei primi 7 mesi del 2024 sono state 49, nello stesso arco temporale del 2023 erano state 33 (+16).

 

28 Settembre
Autore
Luciano Razzano

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