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Povertà, aumentano casi di persone che si rivolgono alla Caritas

Volontari Caritas

Supportate 1,9 mln di persone nel 2020, boom di nuovi poveri al Nord

Nel 2020, la rete Caritas in Italia ha complessivamente supportato 1,9 milioni di persone, una media di 286 individui per ciascuno dei 6.780 servizi promossi o gestiti dallo stesso circuito delle Caritas diocesane e parrocchiali (al cui interno operano oltre 93mila volontari laici e oltre 800 ragazzi in servizio civile). Nei centri di ascolto e servizi in rete con la raccolta dati, che costituiscono il nostro campione di riferimento, le persone incontrate sono state complessivamente 211.233.
Delle persone sostenute nell’anno di diffusione del Covid-19, quasi la metà, esattamente il 44%, ha fatto riferimento alla rete Caritas per la prima volta proprio in questo tempo, senza particolari differenze tra italiani e stranieri. Disaggregando i dati per regione si scorgono alcune importanti differenze territoriali che svelano quote di povertà “inedite” molto più elevate; tra le regioni con più alta incidenza di “nuovi poveri” si distingue la Valle d’Aosta (61,1%,) la Campania (57,0), il Lazio (52,9), la Sardegna (51,5%) e il Trentino Alto Adige (50,8%). 

Supportate 1,9 mln di persone nel 2020, boom di nuovi poveri al Nord 
Il Rapporto Caritas fa emergere anche importanti differenze legate all’età: per i giovani adulti di età compresa tra i 18 e i 34 anni le nuove povertà pesano per il 57,7%. La crisi socio-sanitaria ha anche acuito le povertà pre-esistenti: cresce la quota di poveri cronici, in carico al circuito delle Caritas da 5 anni e più (anche in modo intermittente), che dal 2019 al 2020 passa dal 25,6% al 27,5%. L’età media delle persone incontrate è 46 anni, dato che si conferma immutato rispetto al pre-pandemia.
Condizioni precarie che vanno di pari passo con il livello di istruzione. Oltre la metà delle persone che hanno chiesto aiuto al circuito Caritas (il 57,1%) ha al massimo la licenza di scuola media inferiore, percentuale che tra gli italiani sale al 65,3% e che nel Mezzogiorno arriva addirittura al 77,6%. Siamo quindi di fronte a delle situazioni in cui appare evidente una forte vulnerabilità culturale e sociale, che impedisce sul nascere la possibilità di fare il salto necessario per superare l’ostacolo. Il 64,9% degli assistiti dichiara di avere figli (percentuale che in valore assoluto corrisponde a oltre 91 mila persone); tra loro quasi un terzo vive con figli minori (pari a 29.903 persone). Il dato non è affatto irrisorio se si immagina che dietro quei numeri si contano altrettante, o forse più, storie di povertà minorile che ci sollecitano e allarmano.

Aiutati più di 22.500 homeless nel 2020
Rispetto alle condizioni abitative, oltre il sessanta per cento delle persone incontrate (63%) vive in abitazioni in affitto, da privato (47,9%) o da ente pubblico (15,1%). Lo rileva il Rapporto Caritas 2021 reso noto oggi. Seguono le persone con casa di proprietà, comprese le situazioni di nuda proprietà (10,5%), i casi di chi è ospitato temporaneamente o stabilmente da amici (7,4%), di chi dichiara di essere privo di un’abitazione (5,8%) o ospitato in centri di accoglienza (2,7%).
Percentuali queste ultime che si legano chiaramente alla condizione degli “homeless”, i cui numeri anche per il 2020 risultano tutt’altro che trascurabili. Le persone senza dimora incontrate dalle Caritas sono state 22.527 (pari al 16,3% del totale), per lo più di genere maschile (69,4%), stranieri (64,3%), celibi (42,4%), con un’età media di 44 anni e incontrati soprattutto nelle strutture del Nord.

1 persona su 5 delle seguite percepisce il Reddito di cittadinanza

Delle persone sostenute dal circuito Caritas, oltre un terzo (il 37,8%) è supportato anche da alcuni servizi pubblici con i quali a volte le Caritas sui territori svolgono un lavoro sinergico e coordinato soprattutto in questo tempo di criticità.

Tra loro, rileva il Rapporto 2021 presentato oggi, la quota più consistente è quella di chi è seguito dai servizi sociali dei comuni (71,2%), i principali attori pubblici a supporto del disagio sociale; seguono i casi delle persone sostenute dalle Asl (3,7%), dal Sert (3,8%), dal Csm (3,7%), dai servizi della giustizia (es. CSSM, UEPE) (1,5%) a volte anche in modo congiunto; segno della complessità e della multi-problematicità di alcune delle storie incontrate.

Una persona su cinque (19,9%) di quelle accompagnate nel 2020, dichiara di percepire il Reddito di Cittadinanza (RdC), la misura di contrasto alla povertà introdotta dal Governo nazionale nel 2019 (legge n.26 del 2019) che prevede un contributo economico per nuclei e famiglie in difficoltà, che si compone di un’integrazione al reddito familiare e di una quota per il sostegno del canone di locazione o delle rate del mutuo. Tra gli italiani l’incidenza dei percettori sale al 30,1%, scende invece al 9,1% tra gli assistiti stranieri. Nelle regioni del Mezzogiorno l’incidenza di chi percepisce la misura è molto più elevata (pari al 48,3%), rispetto alle regioni del Nord (23,4%) e del Centro (8,5%).

In ginocchio, il 50% dei lavoratori stagionali senza aiuti economici

Il Rapporto Caritas 2021 contiene anche uno studio sugli effetti della pandemia su 4 aree di interesse turistico. Assisi, Ischia, Riva del Garda e Venezia. Il settore del turismo è un perfetto esempio di come l’entità degli effetti pandemici sul “sistema” globale possa definirsi davvero epocale. L'Organizzazione mondiale del turismo ha stimato per il 2020 perdite economiche nel comparto che toccano i 1.100 miliardi di euro.

In Italia, nel 2017, il turismo rappresentava il 6% del valore aggiunto nel nostro paese. Assoturismo stima una perdita di quasi 84 milioni di pernottamenti di turisti italiani e 157,1 milioni di turisti stranieri, con un calo degli arrivi di quasi il 62%. Il crollo delle presenze si è tradotto in una drastica contrazione della domanda di beni e servizi in diversi settori: la stima è di oltre 50 miliardi di euro.

2 anni fa
Autore
Luciano Razzano

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