Olio, la siccità ha dimezzato la produzione 2024
Secondo Cia Sicilia occidentale: 'produzioni olivicole in calo fino al 50%'
Nonostante le recenti piogge, la siccità in Sicilia occidentale ha avuto un impatto significativo sulla produzione olivicola. In prossimità della raccolta, si segnalano perdite diffuse, con riduzioni produttive che arrivano fino al 50%, come nel caso del Partinicese. "La qualità rimane eccellente", assicurano dalla Cia Sicilia occidentale. Finora gli ulivi non sono stati colpiti dalla mosca olearia, tuttavia i coltivatori monitorano attentamente la salute degli uliveti nelle settimane cruciali per l'esito finale del raccolto. "Le temperature elevate, persistenti oltre la media stagionale, e la scarsa disponibilità idrica di luglio e agosto hanno causato difficoltà diffuse in tutta la Sicilia", afferma Gino Provenzano della Cia Sicilia occidentale.
"Le olive hanno avuto problemi di accrescimento e dove gli uliveti non erano irrigati c’è stato anche un problema di cascola - aggiunge -. I forti temporali improvvisi, avuti in queste settimane, non sono stati sufficienti a migliorare di molto il quadro generale. Il nostro olio, comunque, resta imbattibile, i consumatori sanno che è un prodotto sano e qualitativamente unico, possono fidarsi ciecamente". Questo è un periodo di grande apprensione per gli olivicoltori che dovranno anche confrontarsi con i prezzi di mercato e le frodi dietro l’angolo. Secondo le prime stime, dopo la crisi olivicola internazionale del 2023, che ha portato a un rialzo dei prezzi, quest’anno la domanda è destinata a crescere. Attualmente l’olio dello scorso anno nel nostro Paese è quotato a 9,20 euro chilo, sui mercati esteri è sui 7,50. Le prime prove di molitura di quest’anno indicano un prezzo di 9 euro nella provincia di Palermo e di 9,55 in quella trapanese. "Il mondo agricolo è ormai costretto a confrontarsi ogni anno con la siccità, non è più un fatto eccezionale - commentano Camillo Pugliesi e Luca Basset, rispettivamente presidente e direttore della Cia Sicilia occidentale -. Stanno soffrendo anche le piante ad alto fusto ed è un segnale che non possiamo sottovalutare. Torniamo a chiedere un intervento immediato, e che guardi soprattutto al futuro, nella gestione delle acque. Bisogna mettere subito in campo soluzioni per la prossima stagione, senza aspettare di trovarsi di nuovo in emergenza - concludono -. E occorre sostenere economicamente i produttori affinché si dotino di impianti di irrigazione, laghetti artificiali, pozzi, in modo che questi investimenti non ricadano sul prezzo finale delle produzioni a danno dei consumatori".
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