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Le costruzioni settore centrale nella crescita economica italiana

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Uno studio congiunto di Istat e Ance conferma il dato che lega l'edilizia al PIL dell'Italia

Lo studio congiunto tra Istat e Ance intitolato “Il ruolo del settore delle costruzioni nel sistema economico: struttura, interdipendenze settoriali e crescita“, conferma la connessione inscindibile tra il settore delle costruzioni e l'andamento economico italiano.  La studio, partendo dalle tavole intersettoriali pubblicate dall’Istat, permette di valutare gli effetti, diretti, indiretti e indotti sul sistema economico e sull’occupazione, generati da una spesa aggiuntiva nelle costruzioni. Nel dettaglio, un miliardo di euro in costruzioni genera sul sistema economico una ricaduta complessiva di 3,3 miliardi e produce un incremento di 15 mila occupati di cui 9.300 nel settore delle costruzioni e 5.700 nei settori collegati. Le costruzioni non solo contribuiscono direttamente all'11% del Pil, ma estendono la loro influenza fino al 20% considerando anche tutte le attività collegate, inclusi i servizi immobiliari. 
Questo risultato discende dalle importanti relazioni di interdipendenza, diretta e indiretta tra i vari comparti che compongono il sistema delle costruzioni, attraverso i quali è possibile ampliare e diffondere ricchezza nell’intero sistema economico.
Con questa consapevolezza, si è ritenuto opportuno aggiornare l’utile e sempre valido strumento di analisi economica, contraddistinto, tra l’altro, da un elevato rigore metodologico garantito dalla collaborazione con l’Istat.
Attraverso l'uso delle tavole delle risorse e degli impieghi e l'analisi input-output, lo studio indaga i moltiplicatori economici attivati dal settore delle costruzioni. In particolare, è stato esaminato l'effetto propulsivo che una spesa aggiuntiva in costruzioni può generare, non solo in termini di produzione diretta nel settore stesso, ma anche su quella indotta nei settori collegati, nonché l’importante impulso fornito all'occupazione.
Il documento sottolinea l'importanza dei coefficienti di attivazione economica, utili per quantificare l'impatto di ciascun settore sullo sviluppo economico. Questo approccio permette di valutare quali settori, a fronte di una dotazione di risorse, sono capaci di generare i maggiori effetti propulsivi sull'economia, offrendo così spunti critici per l'orientamento delle politiche economiche.
Il settore delle costruzioni si distingue per la sua lunga e complessa filiera e per un basso livello di dipendenza dalle importazioni nel processo produttivo, con la maggior parte degli acquisti produttivi che ha origine interna. Infatti, 31 su 35 settori economici diversi dalle costruzioni risultano fornitori di quest’ultimo: pertanto le costruzioni acquistano beni e servizi per quasi il 90% degli altri comparti di attività economica. Inoltre, la quasi totalità degli acquisti ai fini produttivi per le costruzioni ha origine interna, mentre solo una parte
esigua viene dall’estero. Di conseguenza, i benefici derivanti dalle interconnessioni con i fornitori restano prevalentemente entro i confini nazionali.
Tale caratteristica sottolinea l'importanza del settore come catalizzatore di crescita, data la sua capacità di influenzare in modo significativo l'occupazione e la produzione di un ampio numero di altri settori produttivi. In merito agli effetti moltiplicativi, le costruzioni si contendono il primato con il settore energetico, per importanza di attivazione sull’economia nazionale.
Dallo studio emerge che una spesa aggiuntiva di un miliardo di euro in costruzioni genera sul sistema economico una ricaduta complessiva di 3.303 milioni come effetti diretti, indiretti e indotti e produce un incremento di 15.013 unità di lavoro di cui 9.309 nel settore delle costruzioni e 5.704 nei settori collegati 

1 Luglio
Autore
Eugenio Scribani

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