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Mourinho, il perfetto romanista che fa orecchie da mercante

Mourinho in una delle sue provocazioni plateali anti Juve

La Roma non riesce a riscattare l’umiliazione in Norvegia con il Bodo, ma Mourinho tira in ballo cattiva sorte ed errori arbitrali

Se qualcuno sperava in una sorta di redenzione della Roma contro il Bodo Glimt, è rimasto deluso. Dopo l’umiliante 6-1 in terra di Norvegia rimediato schierando, a detta del tecnico, una formazione infarcita di riserve (che poi manco è vero visto che nella ripresa, con cinque cambi, la Roma ha schierato una squadra molto simile al suo 11 tipo), nel match di ritorno i giallorossi non sono andati oltre il 2-2. Ciò nonostante 40 mila dello stadio Olimpico ad incitare Zaniolo e compagni.

A fine gara, dagli spalti è partito qualche fischio, che però è stato minimizzato a cominciare da Mourinho: “Non li ho sentiti, ero concentrato sulla partita. Non sono lì per giudicare o sentire”.

Non li avrà sentiti davvero o sarà l’ennesima trovata marketing di un allenatore che, da dopo il Triplete con l’Inter, appare più bravo a vendere se stesso come “Special One”, marchio che si è coniato da solo, anziché far rendere al meglio le sue squadre?

Perché a vedere l’excursus della carriera del tecnico di Setubal, lasciata la panchina di Milano, non è che sia un gran vedere di risultati!

Eppure nessuno lo mette in discussione, tanto meno a Roma, dove al suo posto, dopo l’umiliazione norvegese (con tanto di sfottò “Ma quando Bodo”) qualsiasi altri tecnico sarebbe finito sul banco degli imputati.

Non lui, non Mourinho, che dal primo minuto nella Capitale, ha capito come vestirsi di romanismo e farsi eleggere a paladino dei colori giallorossi dalla sua stessa tifoseria.

Battutine contro la Lazio fin dalle prime dichiarazioni, allusioni a continui torti arbitrali e complotti ad ogni risultato negativo ed il gioco è fatto.

Così, dopo il 2-2 casalingo con il Bodo, invece di fare autocritica, dichiara “Abbiamo sbagliato tanto dal punto di vista tecnico. Mancano due rigori, loro due tiri e due gol noi tanti tiri e tanti gol falliti. Adesso l’arbitro va a casa, torna in Grecia. All’andata non ho detto nulla sugli arbitri perché ci sono stati errori nostri. Oggi erano netti i rigori, in Conference League c'è gente che inizia la sua carriera a livello internazionale”.

Che è poi è quello che il tifoso medio giallorosso voleva sentirsi dire, per scusare l’ennesima delusione sportiva.

Mourinho è quello che sui social non perde occasione per polemizzare sul rigore con la Juve. Dopo aver evitato commenti sull'arbitraggio di Roma-Milan, non per smorzare le polemiche, bensì per alimentarle sottintendendo che troppo c’era da dire, è tornato sugli episodi controversi di Juve-Roma Sui social ha postato i frame dei rigori battuti da Veretout in Juve-Roma e di Dybala in Juventus-Zenit, facendo centro nel cuore dei tifosi romanisti che hanno visto il loro allenatore come uno di loro, uno qualunque.

E per una tifoseria che ancora è convinta che “però il ggol de Turone era bbono”, Mourinho e il suo romanismo “nun se toccano”.

 

 

 

3 anni fa
Autore
Luca Morazzano

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