Sciopero del 17 novembre, si accende lo scontro
Il Ministro Salvini precetta, Andrea Orlando e Maurizio Landini esprimono contrarietà
Si è acceso il dibattito politico sullo sciopero infetto dalla CGIL e dalla UIL per venerdì 17 novembre come segno di protesta contro la manovra finanziaria del governo Meloni. Dopo aver pensato alla precettazione, il vice premier Salvini ha infatti imposto una riduzione oraria della protesta. Dopo il mancato accordo durante l'incontro al Mit con i sindacati, nel quale erano assenti i leader di Cgil e Uil Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, è partita la lettera di precettazione firmata dal vicepremier e ministro Matteo Salvini: lo sciopero per il trasporto pubblico sarà consentito solo dalle 9 alle 13.
Il leader della Cgil Maurizio Landini non ha usato mezzo termini: “la precettazione è un atto politico gravissimo”. Nel pomeriggio il Mit aveva convocato i sindacati e all'incontro si erano presentati Maria Grazia Gabrielli, segretaria confederale della Cgil, ed Emanuele Ronzoni, segretario organizzativo della Uil.
Proprio il segretario organizzativo della Uil, Emanuele Ronzoni, al termine dell'incontro al Mit ha spiegato che è stata "una riunione breve. Il ministro non ha fatto alcun tipo di apertura, noi abbiamo confermato la nostra posizione e che andremo avanti. Ha detto che partirà la precettazione. Noi confermiamo lo sciopero. Confermiamo le ragioni dello sciopero e soprattutto la natura dello sciopero generale che abbiamo proclamato. Crediamo che le motivazioni che avevamo portato in commissione di garanzia scioperi, quelle che abbiamo”.
Irremovibile Salvini che ammonisce: “In caso di violazione, scatteranno le sanzioni previste dalla legge. Non conosco la presidente del Consiglio di garanzia, l’ho detto anche ai sindacati. Fanno insinuazioni contro il garante senza guardare alle ragione del suo intervento. È uno sciopero Pd-Cgil. Chissà se Landini si candiderà con il Pd per le europee... Vedremo”.
Dichiarazioni che portano alla reazione dell’ex ministro ed esponente PD Andrea Orlando:
“Abbiamo chiesto conto del perché si limiti il diritto di sciopero quando nelle settimane scorse lo stesso diritto è stato esercitato nello stesso settore senza che la commissione garante per gli scioperi, nominata dal presidente del Senato e dal presidente della Camera, eccepisse nulla. Si tratta di capire perché si è creato un diverso trattamento tra due forme di sciopero che portano ad eguali disagi. L'una era però per rivendicazioni specifiche di settore, questa è più complessiva sulla manovra economica. Sarà interessante capire perché in quest'ultimo caso si è impedito l'esercizio pieno del diritto di sciopero mentre nei casi precedenti no. Penso che i temi sono tutti posti dalla legge che limita il diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali. La moralistica valutazione su che giorno fare lo sciopero francamente non deve competere ad altri se non al sindacato che si assumerà le responsabilità del caso. Nella nostra Costituzione lo sciopero lo dichiarano i sindacati in modo assolutamente libero se non nei casi che sono disciplinati dalla legge. Parliamo di lavoratori che rinunciano ad una giornata di stipendio. È giusto che non vadano a gravare i disagi su categorie più deboli e che non hanno alternative per muoversi, ma le lezioni di stakanovismo di Salvini francamente servono più per riempire le pagine dei giornali che non per affrontare la questione", ha detto l'esponente del Pd”.