Cookie Consent by FreePrivacyPolicy.com
Loader

Un metodo di selezione per pubblicare? La capacità social

281336015_1797413370454888_1187772490477352853_n.jpg

Al Salone del Libro di Torino svelata un'ovvietà che porta però sempre a riflettere

Sei a Torino, al Salone del Libro. E comincia quel gran can can per assistere agli eventi. Vai dove puoi imparare, perché è vero che puoi attingere dai libri degli scrittori cui ti imbatti ma se li ascolti impari di più. Se vogliamo è un po’ quello scontro ormai quotidiano tra fisico vs digitale. Così il primo incontro della giornata cui la divina curiositas ti attrae è ‘Social-attivismo’, col sottotitolo dell’impegno di scrittori e intellettuali in rete. C’è la superba (in senso estremamente positivo) Maura Gancitano e la spagnola Cristina Morales. Se da una parte la Gancitano filosofeggia sull’impossibilità di mettere sullo stesso piano luoghi fisici e digitali, dove il secondo resta un’appendice del primo (e vivaddio!), la Morales va oltre svelando che quando lavorava come editor in una casa editrice spagnola uno dei (forti) metodi di selezione per la pubblicazione era/è quello della capacità di interazione di un potenziale autore col pubblico social. ‘Terribile’ ha sottolineato. Terribile sì. Un cretino pubblica –come accade- una fregnaccia, attira like a iosa e quindi è un forte candidato per la pubblicazione. Magari non ha nulla di interessante da dire se non cose banali e pecorecce, che attirano buona parte del pubblico che vi si riconosce. Scrivo quello che il pubblico vuole sentirsi dire (e riconoscere), senza riflessione, senza uno scatto verso un nuovo orizzonte conoscitivo. Perfetto: è una legge di mercato. Certo, se è vero che il libro appartiene a un mercato particolate ma sottostà alle sue leggi universali, ricordiamo che esiste anche un'altra dimensione che non andrebbe tradita: quella dell’evoluzione.
1 anno fa
Autore
Gian Luca Campagna

Commenti