Tra Presidenza e Perizia dilemma d'opinione su Silvio Berlusconi

L’Italia si conferma un paese dove le mezze misure non esistono. Si è così passati in pochi giorni dalle considerazioni sullo stato di salute di Silvio Berlusconi, assente per l’ennesima volta al processo Ruby Ter che per l’ennesima volta è stato quindi rinviato, a rievocare il nome del cavaliere come aspirante al ruolo di Presidente della Repubblica.

Soprattutto si è passati in pochi giorni dalle considerazioni sulla richiesta operata dai PM del processo Ruby Ter, di una perizia psichiatrica per Berlusconi stesso, alla proposta del suo innalzamento alla massima carica dello Stato

Nello specifico, ad intervenire sulla possibilità di vedere Berlusconi al Quirinale è stato Gianfranco Rotondi, presidente di 'Verde è popolare' e vicecapogruppo di Fi alla Camera: “Leggo che il centrodestra si appresterebbe a votare Silvio Berlusconi sin dalla prima votazione per l’elezione del nuovo Capo dello Stato come ‘candidato di bandiera’. Naturalmente questa notizia è destituita di ogni fondamento: Silvio Berlusconi non è un ‘candidato di bandiera’, ma il possibile candidato vincente di un centrodestra unito e di un’area di parlamentari favorevoli ad una riforma istituzionale in senso presidenziale, accompagnata da un Capo dello Stato disposto a dimettersi dopo un anno e mezzo, alla sua approvazione".

“La natura di questo progetto -aggiunge- esclude un voto per Berlusconi nelle prime tre votazioni, quando occorre un quorum verosimilmente non corrispondente al numero dei parlamentari favorevoli al presidenzialismo e dunque a una presidenza sostanzialmente provvisoria di Berlusconi”.

Al di là dell’ossimoro tra Presidenza della Repubblica e Perizia Psichiatrica, resta vivo il secondo dilemma, sulle condizioni di salute di Berlusconi stesso visti i suoi continui “pit stop” all’ospedale San Raffaele in concomitanza con i processi. La sua stessa caducità di salute infatti, apre a considerazioni sull’opportunità di una sua candidatura per una carica che è totale.