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Turismo, in ginocchio il 50% dei lavoratori stagionali

Estate 2020

Analizzando le cifre relative al settore dei lavoratori stagionali del turismo, i numeri di chi si rivolge alla Caritas sono quintuplicati

Analizzando nello specifico il rapporto Caritas sul 2020 ci si accorge facilmente che, in un quadro di aumento della povertà generalizzato, il settore magfgiormente colpito è quello del turismo e nello specifico ancora, quello dei lavoratori stagionali del settore turismo.

Nelle quattro aree caso-studio, emergono alcuni dati: Assisi contribuisce con il 25% al Pil di tutta la regione Umbria. Si stima che il 78% del consumo in Assisi alta sia dovuto alla presenza di gruppi di pellegrini/turisti che arrivano in pullman. A Santa Maria degli Angeli tale quota è ancora superiore, pari all’81%; il calo del fatturato si è avvertito in tutti i settori economici: nel settore dell’abbigliamento il calo del fatturato è stato in media del 71%, con punte di perdita oscillanti tra il 91 e il 94%. Tra giovani laici e religiosi, la Chiesa locale ha messo a disposizione da giugno 2020 a inizio 2021 circa 7200 ore di volontariato nella sola dimensione dei servizi assistenziali, degli empori e della distribuzione, solo ad Assisi città e frazioni; Ischia: il 70% degli operatori del turismo non lavora. Nel 2019 la Caritas sfamava 500 famiglie, oggi sono 2500 famiglie e sono in aumento perché su circa 15000 lavoratori stagionali almeno il 50% non ha ricevuto nessun tipo di supporto economico.
A Riva del Garda la crisi del turismo ha prodotto una fuga della manodopera, in gran parte straniera, ripartita verso i paesi di origine e mai più ritornata. Viene confermato un trend di crescita delle persone incontrate e aiutate da Caritas, con 302 nuclei familiari seguiti e un migliaio di persone coinvolte nel 2020, su una comunità di riferimento di circa 20.000 abitanti (dati in linea anche per il primo trimestre 2021.
A Venezia, secondo uno studio della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, si è registrato, nel 2019, il 7,6% degli arrivi in Italia e l’8,7% delle presenze nazionali, con una percentuale di stranieri intorno al 74%. Lo scoppio dell’emergenza ha prodotto un crollo dei flussi turistici. Nei primi 9 mesi del 2020 si sono registrati 5 mln in meno di arrivi (- 59,5%) e 18,5 mln in meno di presenze (- 53,5%). La componente straniera ha registrato un calo del 73,1% degli arrivi. La filiera turistica rappresentava, nel 2019, quasi un terzo del valore aggiunto provinciale, occupando quasi 100mila lavoratori, il 27% del totale degli occupati in provincia. L’assenza degli stranieri si traduce in un calo di entrate di 2miliardi di euro. Per sostenere le famiglie, la diocesi ha istituito il Fondo San Nicolò, distribuendo circa 250 mila euro.
 

2 anni fa
Foto: succodiweb.it
Autore
Luca Morazzano

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