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Chiodo Zaki non scacci chiodo Regeni

Zaki-Regeni

Giusto celebrare la conclusione positiva della vicenda Zaki, ma “l’affaire” Regeni resta irrisolto 

La grazia concessa dall’Egitto a Patrick Zaki rischia un effetto indesiderato; ovvero quello del “chiodo scaccia chiodo” (che manco in amore è valido più di tanto) di quello che è stato ed è il caso Giulio Regeni ancora insoluto.
Giusto gioire per la conclusione di una vicenda a tratti paradossale e palesemente iniqua che ha riguardato lo studente italo egiziano, ma è altrettanto giusto tenere l’attenzione alta per quanto riguarda la vicenda di Giulio Regeni, altro giovane italiano, attivista, che in Egitto ha trovato la morte in circostanze ancora oggi poco chiare in cui il governo Egiziano pare essere parte in causa. 
L’odissea di Patrick Zaki era iniziata il 7 febbraio 2020 con l'arresto eseguito all'aeroporto del Cairo dalle autorità egiziane.
Dopo i 22 mesi di custodia cautelare in prigione, Zaki era stato rimesso in libertà nel dicembre 2021. 
L’accusa mossa nei suoi confronti era quella di aver fatto propaganda tendenziosa con le false informazioni contenute in un suo articolo in cui denunciava le discriminazioni contro i cristiani copti in Egitto.
Zaki era libero ma in attesa di giudizio nel suo Paese, con l’accusa di sovversione e notizie false per cui era stato condannato a tre anni
Nei giorni scorsi, il presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi aveva concesso la grazia  
L'omicidio di Giulio Regeni venne commesso in Egitto tra gennaio e febbraio 2016. 
Giulio Regeni era un dottorando italiano dell'Università di Cambridge rapito a Il Cairo il 25 gennaio 2016, giorno del quinto anniversario delle proteste di piazza Tahrir, e ritrovato senza vita il 3 febbraio successivo nelle vicinanze di una prigione dei servizi segreti egiziani. Il corpo presentava evidenti segni di tortura. L'uccisione di Giulio Regeni ha dato vita in tutto il mondo, e soprattutto in Italia, a un acceso dibattito politico sul coinvolgimento nella vicenda e nei depistaggi successivi, attraverso uno dei suoi servizi di sicurezza, dello stesso governo egiziano. Tali sospetti hanno costituito motivo di forti tensioni diplomatiche con l'Egitto.
Egitto con cui la questione resta a tutt’oggi aperta. La libertà dell'uno non può valere il silenzio sull'altro.
1 anno fa
Autore
Luca Morazzano

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