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Lo Strega va postumo ad Ada D'Adamo

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Vince la scrittrice scomparsa di recente: la sua storia ha commosso un terzo dei giurati

Con la sua storia dolente ha commosso e stregato un terzo dei giurati, fino alla vittoria finale conquistata al Ninfeo di Villa Giulia: un nutrito gruppo di amici e sostenitori incantati da una vicenda che racconta un destino comune, quello della sofferenza che accomuna una madre e una figlia. Sulla 77esima edizione del Premio Strega le emozioni forti hanno giocato un ruolo determinante facendo pendere il giudizio verso il memoir di Ada D'Adamo, "Come d'aria" (Elliot), che ha vinto l'alloro con 185 preferenze contro i 170 voti ottenuti dalla rivale più accreditata, Rosella Pastorino, autrice di "Mi limitavo ad amare te" (Feltrinelli). Rivale che, in fondo, nulla ha potuto di fronte al dolore suscitato dalla morte prematura di Ada D'Adamo avvenuta a 55 anni il primo aprile, due giorni dopo aver appreso del suo ingresso nella dozzina dello Strega. Nella storia del Premio fondato nel 1947 da Maria Bellonci è la terza volta di una vittoria postuma: era già accaduto con "Il gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel 1959 e con "Passaggio in ombra" di Maria Teresa Di Lascia nel 1995.

"Credo che Ada stia mandando un messaggio a tutti, ai giovani, alle donne, agli uomini. Lo sta facendo a suo modo. Ha sempre usato toni bassi, in questo momento è silenziosa ma quello che so io è che le sue parole cammineranno a lungo", ha detto Alfredo Favi, marito di Ada D'Adamo subito dopo la proclamazione accolta da una forte emozione che ha coinvolto non solo i sostenitori del libro ma anche buona parte di coloro che occupavano, come di consueto, i tavoli del Ninfeo di Villa Giulia.

"Pur essendo un esordio Ada aveva una coscienza di quello che stava facendo abbastanza impressionante. Raccontare l'indicibile: questo è quello che è riuscita fare lei con una lingua cristallina che parla a tutti, anche ai giovani. Questa è la sorpresa più incredibile che abbiamo avuto da questo libro", ha affermato Elena Stancanelli, la scrittrice che ha presentato il libro di Ada D'Adamo lanciandone di fatto la corsa.

Una sorpresa che ha toccato soprattutto Loretta Santini, direttrice editoriale della Elliot, la casa editrice che ha pubblicato il volume. "Sono commossa, molto dispiaciuta perché lei non sia qui. Comunque sono anche molto felice per lei, per noi e per tutti i suoi amici, per questo esercito che ha partecipato", ha detto Santini con gli occhi lucidi. "E' stata veramente un'impresa collettiva: tutto sommato ci siamo dovuti confrontare con grandi case editrici, con libri importanti e belli", ha aggiunto sottolineando inoltre che la vittoria è "una soddisfazione, è inutile negarlo". Un risultato che rappresenta anche "un segno di grande speranza per tutte le altre case editrici, forse si apre una nuova era. Una ventata di aria fresca. Ada è così, ha fatto un regalo a tutti".

Quella che si è conclusa pochi minuti dopo la mezzanotte di venerdì 7 luglio è stata un'edizione particolare. Innanzi tutto, perché la cinquina era composta da quattro donne su cinque candidati. Ma anche perché a vincere è stata una casa editrice di medie dimensioni. Un dato, questo, messo in luce anche da Giovanni Solimine, presidente della Fondazione 'Maria e Goffredo Bellonci'. "E' stata un'edizione particolare", ha spiegato Solimine all'AdnKronos evidenziando che anche il libro premiato "è particolare perché la vicenda è molto dolorosa e l'epilogo è drammatico visto che l'autrice è scomparsa 48 ore dopo la proclamazione della dozzina. Però quello che ha colpito tutti, al di là dell'emozione, è che il libro è davvero bello che riesce a dire persino con lievità cose tremende. Questo credo che sia la vera forza di questo libro e il motivo per cui piace a tutti. Infatti mi pare che stia avendo un ottimo riscontro nel pubblico".

"Credo che il risultato possa aiutare questo libro, libri come questo, autori esordienti come Ada d'Adamo, editori piccoli e medio piccoli a farsi conoscere. I premi letterari alla fine hanno questo significato: fare conoscere libri che altrimenti non si conoscerebbero e avvicinarli a pubblico molto più ampio. La forza del libro vale più di tutto, questo è l'importante", ha concluso Solimine.

 

1 anno fa
Autore
Carlo Roma

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