Da Roma gli aiuti per la popolazione civile ucraina
La storia dell'armeno di Gor che lavora in un centro spedizioni Meest della capitale
Mentre continua il conflitto ucraino non smette la raccolta di materiale in Italia per soccorrere i civili rimasti in Ucraina.
Gor è armeno e lavora in un centro spedizioni Meest di Roma. Da lì, sta organizzando l'invio di pacchi umanitari in Ucraina. Ne sono partiti la settimana scorsa, i prossimi partiranno lunedì e continuerà così anche nelle prossime settimane, evoluzione della situazione permettendo. "Ci servono medicine, vestiti, cibo", dice. E finora la risposta è stata generosa, "da parte di italiani e delle comunità ucraine, russe, armene, bielorusse".
I pacchi, che vengono portati dalle persone presso l'ufficio di via Ostiense specializzato in spedizioni in Ucraina, Russia, Bielorussia, Georgia, "arrivano a Leopoli e da lì vengono smistati dove c'è più bisogno, a seconda delle richieste", spiega Gor. "Abbiamo il bisogno del vostro aiuto", è l'appello lanciato con tanto di indicazioni dei beni necessari: cibo (bevande energetiche, scatolame, pasta, legumi, farro), farmaci di primo soccorso, coperte termiche, sacchi a pelo.
E scendendo ancora più nello specifico, la lista prevede: bende emostatiche, bende di cotone, cerotti di varie misure e in particolare di grandi misure, tubi da intubazione di varie misure, sondini naso-gastrici, disinfettanti, antinfiammatori, aghi, canule, siringhe varie misure, kit per la cricotirotomia, kit per la toracentesi, lacci per la stabilizzazione del bacino, pesi per la trazione, forbici.
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